domenica, Aprile 13, 2025

Un buco nero è recentemente esploso: dettagli sull’osservazione

di Margareth Galletta
Buco nero

Una storica campagna di osservazione, iniziata nel 2018, ha prodotto la prima immagine di un buco nero. A tal proposito, un team internazionale di astronomi ha registrato un evento importantissimo. Un lampo di raggi gamma che arriva da M87*. Ovvero il gigantesco buco nero supermassiccio al centro della galassia Messier87. È posizionato a 55 milioni di anni luce dalla Terra. L’esplosione, durata tre giorni terrestri, è stata catturata simultaneamente da 25 telescopi terrestri e spaziali.

Sotto osservazione l’esplosione di un buco nero

Tale lampo ha rappresentato un’occasione unica. Ha permesso di analizzare la fisica delle regioni prossime a tali eventi. La scoperta ha dato, infatti, l’opportunità di determinare con precisione le dimensioni della regione. Quest’ultima è responsabile dell’emissione di raggi gamma. Gli scienziati ritengono che l’evento sia stato scatenato dall’interazione di due specifici elementi. Si tratta del materiale che cade in direzione del buco nero e il suo campo magnetico esterno. Un processo complesso e poco compreso che è alla base dei più violenti fenomeni dell’universo.

L’analisi multi-lunghezza d’onda ha rivelato una struttura complessa della regione del lampo. Osservazioni a diverse energie hanno mostrato come l’emissione di raggi gamma fosse strettamente collegata alla forma dinamica dell’anello di luce che circonda il buco nero. Tali cambiamenti potrebbero fornire nuovi indizi sulla natura dei campi magnetici. Inoltre, forniscono input interessanti sui processi di accelerazione delle particelle nelle vicinanze dei buchi neri. Dati particolarmente rilevanti.

Tale scoperta apre nuove prospettive per la comprensione dei fenomeni spaziali. In particolare, in riferimento ai buchi neri supermassicci e dei getti relativistici che emettono. Studi futuri, che combineranno immagini dirette delle regioni prossime all’orizzonte degli eventi con osservazioni multi-lunghezza d’onda, promettono di risolvere alcuni dei misteri più antichi dell’astrofisica. Inoltre, approfondire tali fenomeni potrà fornire strumenti per comprendere meglio l’interconnessione tra fenomeni. Nello specifico, tra buchi neri, galassie ospitanti e i processi cosmici su scala universale. Elementi estremamente importanti quando si parla della scoperta del nostro universo.

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