La polizia serba avrebbe sorvegliato illegalmente giornalisti e oppositori politici del Governo. E’ quanto ritiene che sia accaduto Amnesty International, l’organizzazione internazionale che lotta contro le ingiustizie e in difesa dei diritti umani nel mondo.
Le conseguenze di quanto accaduto avrebbero inoltre portato ad effettuare alcuni arrestati con pretesti falsi. Con tali arresti, dunque, è stato possibile accedere ai dispositivi degli interessati tramite l’utilizzo di strumenti di hacking. Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli in merito alla questione.
Amnesty International: giornalisti e oppositori sorvegliati
La notizia diffusa nelle scorse ore sta attirando molto l’attenzione dell’opinione pubblica. La stessa Amnesty International ritiene che la polizia serba avrebbe deciso di avviare una sorveglianza illegale che riguarda non solo i giornalisti ma anche tutti coloro che sono considerati oppositori politici del Governo.
Non a caso, infatti, le accuse lanciare da Amnesty International riguardano l’installazione di spyware da parte delle autorità serbe. Spyware che sarebbe stati usati con l’obiettivo di monitorare tutte le attività svolte. La situazione, ricostruita dall’associazione, sembra del tutto preoccupante.
Nello specifico, Amnesty ritiene che sia gli attivisti che i giornalisti vengono fermati con accuse ritenute generiche e, successivamente, sottoposti ad alcuni test come quello antidroga ma anche test per valutare la situazione psicologica dell’interessato.
Strategie che, non casualmente, mirano a trattenere maggiormente i giornalisti e dunque permettendo alla polizia di accedere a dispositivi come smartphone e pc per diverse ore. Secondo quanto diffuso, accedendo ai dispositivi vengono successivamente installati spyware. Non sono mancati anche casi in cui la polizia ha compromesso dispositivi Android.
Da parte dell’associazione Amnesty International non è mancata la contrarietà per le pratiche messe in atto chiedendo, di conseguenza, al governo serbo di porre fine all’utilizzo di spyware contro giornalisti e attivisti. Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti in merito alla questione.