Diversi dipendenti di casa Boeing potrebbero improvvisamente essere investiti da un uragano e fortunatamente non in volo. Secondo quanto riportato infatti l’azienda ha bisogno di ridurre la forza lavoro per una percentuale pari al 10%. Sono quindi circa 17.000 gli esuberi con l’azienda che si dichiara in una posizione molto difficile, o almeno secondo quanto si legge all’interno della lettera del CEO Kelly Ortberg.
Boeing deve licenziare oltre 17.000 dipendenti: ecco cosa sta succedendo
L’azienda sembra voler adottare una linea molto chiara che comprende la volontà di concentrare tutti gli sforzi nelle aree chiave della compagnia, essendo realistici e senza disperdere alcun tipo di risorsa che sia economica o appunto umana, soprattutto laddove ci sono investimenti e prestazioni che potrebbero risultare insufficienti. Nel breve periodo dunque è questo l’iter da seguire e comporterà dei grandi cambiamenti.
Tra questi c’è sicuramente il ritardo del programma di consegna del Boeing 777X, con i primi esemplari che slittano al 2026. Inoltre è prevista una chiusura per il 2027 per quanto concerne la produzione e anche la consegna degli ultimi modelli 767 Freighter. Infine altri cambiamenti riguarderanno la sezione BDS (Boeing Defense, Space & Security) che riporterà ancora altre perdite durante il trimestre finale di questo 2024 in corso.
Tutto ciò arriva mentre è incorso un lungo sciopero che è partito ufficialmente verso la metà dello scorso mese di settembre e che ad oggi comprende ben 33.000 persone addette alla produzione dei velivoli, tra cui anche il 737 Max. Ovviamente gli esuberi che ne sono venuti fuori dipendono anche da questa situazione, con l’azienda americana dunque che sta riportando diversi danni economici. Il 2024 di Boeing dunque risulta uno dei più problematici di sempre, anche alla luce del patteggiamento che c’è stato con gli Stati Uniti e con il Dipartimento di giustizia dove l’azienda ha dovuto dichiararsi colpevole di frode penale dopo gli incidenti che sono avvenuti a bordo dei suoi 737 Max 8 nel 2018 e nel 2019.