Microsoft EdgeMicrosoft Edge è stata esclusa dalle norme imposte dal Digital Markets Act (DMA). La decisione è stata presa dopo che la Commissione Europea ha stabilito, ad inizio anno, che il browser è un servizio di piattaforma di base. Per tale motivo Microsoft Edge è stato escluso dalle regolamentazioni. Ora però una coalizione composta da produttori di browser e gruppi di difesa digitale hanno contestato tale decisione con una lettera inviata alla Commissione Europea. Secondo quanto evidenziato l’esenzione di Edge permette a Microsoft di portare avanti pratiche considerate sleali.

Microsoft Edge deve rispettare le norme presentate nel DMA?

Le pratiche prese in considerazione riguardano l’inserimento di pubblicità all’interno dei siti web presenti su altri browser. A ciò si aggiunge anche l’uso di pop-up con messaggi fuorvianti, insieme all’uso di comportamenti che ostacolano l’uso di altri browser. Secondo coloro che hanno presentato la lettera alla Commissione, tali pratiche rappresentano un limite per la concorrenza nel mercato.

Riguardo alla possibilità di scegliere il browser che si desidera liberamente, la coalizione fa riferimento alla schermata di scelta implementata sulle piattaforme dopo l’arrivo del DMA.

È importante sottolineare che nonostante tali presunte tattiche, Microsoft Edge mantiene una quota di mercato bassa rispetto ai suoi concorrenti. In particolare, secondo quanto evidenziato da Statcounter il browser detiene poco più del 5% del mercato. Dettaglio che permette ad altri browser di superarlo senza troppi problemi. Come ad esempio Google Chrome.

In attesa di scoprire come evolverà la situazione è utile sottolineare come la regolamentazione delle grandi aziende e la libertà degli utenti rappresentino dei dettagli importanti nel settore tecnologico. L’Unione Europea si sta impegnando sempre di più per fornire al mercato delle linee guida importanti per poter permettere una concorrenza leale e aperta per tutti. Ora che la coalizione ha presentato la questione riguardo Microsoft Edge alla Corte, non resta che attendere la risposta dell’UE.

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