Probabilmente potrebbe essere una grande notizia per tantissimi utenti legati al brand di telefonia mobile TIM. Il celebre gestore italiano che riesce a detenere la leadership sul territorio grazie alla sua qualità e alle sue offerte, ha rinunciato ufficialmente alla clausola inflattiva sulle sue tariffe.
Questo significa che i prezzi delle sue offerte, sia l’automobile che lato fisso, non risentiranno più di alcuna variazione annuale riguardante l’indice dei prezzi al consumo. Pertanto i costi delle promozioni mobili e fisse non verranno più adeguati.
La clausola, che era stata introdotta ufficialmente nel novembre del 2022 aveva portato fin dal primo momento a diverse discussioni. Le ragioni dietro questa scelta erano state spiegate abbondantemente, ma questo non ha affermato gli utenti che hanno richiesto l’intervento dell’AGCOM. Tutto ciò ha portato dunque all’annullamento delle clausole di adeguamento annuale dei prezzi, così come allo stop delle applicazioni di tutte le modifiche unilaterali.
TIM abbandona la clausola inflattiva: niente più adeguamenti annuali
A cambiare ufficialmente sono gli articoli 6.1 e 1.3. Questi riguardano rispettivamente:
- Condizioni Generali di Abbonamento per i contratti di telefonia fissa;
- Norme di Utilizzo per i contratti di telefonia mobile, che sino ad oggi prevedevano;
“TIM si riserva il diritto di includere, in specifiche offerte, condizioni economiche che prevedano l’aumento dei costi per il Cliente in base alla variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo (IPCA), ignorando eventuali valori negativi. Nell’ambito di queste offerte, la variazione dell’IPCA potrà essere incrementata di un coefficiente percentuale predefinito per riflettere i cambiamenti nei costi sostenuti da TIM. L’aumento percentuale complessivo del costo mensile dei Servizi, risultante dalla somma dell’IPCA e del coefficiente di maggiorazione, non supererà il 10%“.
La delibera 307/23/CONS di AGCOM trova dunque l’adeguamento di TIM. Questa prevede inoltre la possibilità di recesso in ogni momento e senza costi aggiuntivi dopo l’adeguamento maggiorato di un coefficiente percentuale.