Noi tutti nella nostra vita abbiamo visto in giro qua e la le iconiche cabine telefoniche di marchio Telecom che in passato hanno costituito l’infrastruttura telefonica pubblica della nostra penisola, queste ultime come facilmente intuibile, sono cadute in devastante disuso nell’ultimo decennio a causa della diffusione incontrastata e incontrastabile degli smartphone, al che ovviamente tutti hanno iniziato a pensare come mai fossero ancora li.

Le cabine erano ancora li per legge, essendo ritenute di pubblica utilità erano letteralmente intoccabili, fino ad oggi almeno, AGCOM ha infatti convenuto che non essendo più utili sia venuto meno l’obbligo di tenerle in strada e intonse, dunque si potrà procedere con la loro eliminazione.

 

Simbolo italiano da mandare in pensione

La prima cabina telefonica così come la conosciamo fu introdotta a Milano nel lontano 1952, quando la concessionaria Stipel pose appunto la prima cabina telefonica in Piazza San Babila consentendo l’inizio di una vera e propria telecomunicazione pubblica che portò poi alla diffusione di migliaia di cabine in tutto il suolo italiano, dalle piazze alle strade e vicino agli edifici importanti.

Anche la cabine così come tutti gli oggetti tecnologici hanno visto una costante evoluzione, tutto ebbene inizio con le prime cabine a combinatore a disco passando a quelli a tastiera e arrivando poi ai vati telefoni U+I (ossia per chiamate urbane e interurbane), dopodiché arrivarono quelle a gettoni e monete fino al Digito, fino all’ultima versione del 2012 con display touchscreen e connessione a Internet.

Sembra proprio che questa era sia giunta alla sua matura conclusione, presto con tutta probabilità verranno rimosse.

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