A quanto pare Elon Musk ha decisamente piazzato il colpo questa volta, la Food and Drugs Administration (l’ente governativo americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), ha infatti concesso a Neuralink il via libera per iniziare la sperimentazione umana del suo prototipo di interfaccia cervello-computer (BCI).

Nello scorso “Show and Tell” tenutosi a Dicembre 2022 Musk aveva promesso che il via libera sarebbe arrivato entro sei mesi, un ritardo rispetto ai programmi iniziali che vedevano l’inizio dei test già a fine 2022 ma comunque una promessa mantenuta, infatti ora Neuralink ha il via libera, nonostante qualche settimana fa fossero circolate molte indiscrezioni in merito un possibile rigetto della richiesta.

Da quanto si evince da alcune interviste ad alcuni operatori di Neuralink, le principali preoccupazioni della FDA erano legati ai collegamenti cablati del chip e dalla minuscola batteria al litio al suo interno, in primis per eventuali danni ai tessuti legati ai minuscoli cavi, a cui bisogna aggiungere anche le preoccupazioni per la ricarica transdermica.

 

Il via libera è arrivato

Il via libera ottenuto dalla FDA ha ovviamente dato nuova linfa a Neuralink, la quale si trovava a dirla tutta in una situazione di stallo per molteplici fattori, in primis proprio per l’assenza di approvazione della FDA stessa, in secundis perché recentemente era finita sotto un ciclone di indagini, dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, legate ai metodi di esecuzione dei test sugli animali ed anche dal Dipartimento dei trasporti che sospettava che l’azienda di Musk di aver trasportato dispositivi rimossi, dopo l’uso sulle scimmie, senza accurata sanificazione.

Stando alle ultime indiscrezioni anche, era circolata voce che Neuralink stesse cercando dei partners, in previsione dell’approvazione ora ottenuta, per produrre le proprie neuroprotesi, trovando ciò che cercava nel profilo del Barrow Neurological Institute di Phoenix, in Arizona, uno dei maggiori centri di neurochirurgia statunitensi già famoso per aver conquistato nel 1997 l’approvazione da parte della FDA per l’impianto nei pazienti dei dispositivi di stimolazione cerebrale per ridurre i tremori causati dal Parkinson.

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