Addio slot

“Ho visto che era un fenomeno in crescita in città”, ha detto a The Local il sindaco Francesco Cerotta. “Così abbiamo indetto un referendum lo scorso maggio, chiedendo ai cittadini se sarebbero stati d’accordo nel vietare le macchine entro 150 metri da aree sensibili e inappropriate, come bancomat, scuole, chiese, spiagge turistiche e così via“.

Il risultato del referendum è stato netto. Nove cittadini su dieci hanno votato a favore del divieto che ha fatto sì che nessuna zona della città potesse legittimamente gestire una slot machine.

All’inizio alcuni negozianti si sono lamentati perché le slot machine rappresentano un modo molto semplice per fare soldi. Ma un tribunale amministrativo della Campania ha confermato la storica decisione del consiglio, che non ha precedenti in Italia.

Già quest’anno le città di Bologna e Bolzano hanno entrambe perso simili ricorsi presso i tribunali amministrativi locali per una legge che avrebbe vietato le macchine entro 300 metri da aree “sensibili” simili.

Le slot machine sono piuttosto una fonte di denaro per lo Stato italiano, che è stato riluttante a intraprendere azioni concrete per frenarne la diffusione.

Ecco perchè non vengono proibite

Non è difficile capire perché: attraverso tasse e licenze, il governo ha incassato oltre 8 miliardi di euro dalle slot machine nel 2015.

Molte persone affermano che ha contribuito al crescente problema del gioco d’azzardo nel paese che, a causa dell’ubiquità delle slot machine in tutto il paese, sta andando fuori controllo.

A L’Aquila, città che sta ancora lottando per riprendersi dal devastante terremoto del 2008, attualmente c’è una slot machine ogni 83 dei 70.000 abitanti della città.

Un rapporto del governo dell’ottobre 2015 ha suggerito che ben 1,3 milioni di italiani sono giocatori problematici, ma ha rivelato che solo 12.000 persone erano in cura per dipendenza.

L’Italia è una delle nazioni che scommette di più e soprattutto alle slot machine“, ha detto a The Local Fabio, un ex tossicodipendente di mezza età che ora lavora con Gamblers Anonymous in Italia.

Un’indagine di La Stampa lunedì ha riportato che l’anno scorso in Italia sono stati giocati circa 87,8 miliardi di euro, di cui 50 miliardi sono stati spesi per le macchine.

La dipendenza dal gioco d’azzardo è un problema serio che non ha una causa chiara. Distrugge le famiglie e crea problemi paralleli come la depressione, il furto e l’abuso di sostanze. Insomma: rovina vite e spesso porta al suicidio”.

FONTEthelocal
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