Einstein: ecco il dettaglio che rende inimitabile il cervello del fisico

Albert Einstein morì nel 18 Aprile del 1955 a causa di una improvvisa emorragia causata dalla rottura di un aneurisma dell’aorta addominale. Ciò che tutti abbiamo sempre creduto è che il corpo del fisico fosse stato completamente cremato. In realtà però il cervello fu rimosso dallo stesso medico che effettuò l’autopsia, nonché il Dr Thomas Harvey. Egli lo tenne nascosto per ben 45 anni e sulla base di questo riuscì a scoprire delle verità sconcertanti.

Einstein: cosa c’era veramente nella sua materia grigia

Chi era Albert Einstein? Egli fu un fisico e filosofo tedesco naturalizzato svizzero e statunitense, in grado di cambiare in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico.

Il figlio di Albert sapeva di quanto sarebbe stato fatto con l’organo celebrale del proprio padre, ma nonostante non fosse molto d’accordo, acconsentì in nome della scienza. Harvey quindi si occupò di dividerlo e conservarlo in 240 blocchi e 12 serie di 200 vetrini presso l’Università della Pennsylvania a Filadelfia. Dalle analisi non emerse nulla di diverso rispetto al cervello di chiunque altro, tuttavia lo studioso tenne i campioni fino al 2004, quando decise di cederli all’University Medical Center di Princeton.

Qui avvenne la grande scoperta: la scienza  notò che all’interno della materia grigia vi era una percentuale più alta di cellule gliali, soprattutto nei tessuti coinvolti nel pensiero complesso. Solo poche persone ebbero l’onore di ricevere per posta i pezzi di cervello di Einstein: tra queste Marian Diamond dell’Università della California Berkeley, conservato in un qualunque barattolo di maionese vuoto.

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