Hacker russi attaccano le istituzioni italiane

Degli hacker filo-russi hanno preso di mira i siti web di varie istituzioni e ministeri italiani, lo hanno affermato anche le forze dell’ordine.

L’attacco sarebbe stato confermato dalla Polizia postale italiana ed è stato imputato al gruppo di hacker “Killnet“, ha affermato in una nota il gruppo italiano di sicurezza informatica Yarix.

Tra le circa 50 istituzioni colpite ci sono il consiglio superiore della magistratura italiana, la sua agenzia doganale e i suoi ministeri degli affari esteri, dell’istruzione e dei beni culturali.

L’ambasciata italiana a Londra ha twittato che i siti web del ministero degli Esteri del Paese e di tutte le sue ambasciate erano stati colpiti e al momento non erano operativi.

Il sito web del Ministero degli Affari Esteri e le applicazioni consolari in questa località sono stati colpiti da un attacco informatico“, si legge nel tweet. “Ci scusiamo con gli utenti per i disagi e i ritardi nell’elaborazione delle pratiche burocratiche”.

Attaccati anche altri stati

Killnet ha lanciato attacchi all’inizio di maggio contro la camera alta del parlamento italiano, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Automobile Club d’Italia.

Ad aprile, le agenzie di sicurezza informatica negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia, in Canada e in Nuova Zelanda hanno avvertito le organizzazioni oltre i confini dell’Ucraina che potrebbero presto essere prese di mira da hacker filo-russi.

Il cosiddetto gruppo di intelligence “Five Eyes” ha pubblicato la sua valutazione più dettagliata delle minacce il 21 aprile, comprese informazioni sulle unità sostenute dal Cremlino e sui gruppi di criminalità informatica che si sono impegnati a sostenere la Russia.

Il rapporto affermava che i gruppi di criminalità informatica che potrebbero minacciare le organizzazioni di infrastrutture critiche occidentali (CNI) includono gli estorsionisti di fughe di dati CoomingProject, Killnet di DDoS, gli operatori di Emotet Mummy e lo sviluppatore di botnet Sality Salty Spider.

FONTEinfosecurity
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