La startup canadese Xanadu afferma di aver appena raggiunto il cosiddetto “vantaggio quantistico” usando il proprio supercomputer quantistico basato sull’entanglement di fotoni, il risultato ottenuto è altamente specifico ma serve da dimostrazione per mettere in luce come i computer di questo tipo sia incredibili per risolvere problemi praticamente inaccessibili ai computer standard.

 

Il computer di Xanadu

Il computer quantistico di Xanadu basa il proprio funzionamento sui fotoni che fanno appunto da qubit, a differenza di quelli di Google o IBM, che sfruttano semiconduttori o trappole ioniche che necessitano di temperature prossime allo zero Kelvin, i qubit di Xanadu invece sfruttano i fotoni che vengono manipolati per adoperarne le proprie caratteristiche quantistiche.

Nel dettaglio Xanadu sfrutta i fotoni infrarossi che vengono inseriti in un sistema di fibre ottiche e specchi per essere manipolati, sono presenti degli appositi percorsi circolari che consentono di manipolare i fotoni in tre punti precisi e farli interagire tra loro, in tal modo è possibile compiere i calcoli desiderati, tale approccio ha portato Xanadu ad accrescere il numero di qubit rapidamente, fino ai 216 attuali.

Uno dei vantaggi dell’approccio fotonico al computing quantistico è che questa tipologia funziona tranquillamente a temperatura ambiente, dunque non necessita di complessi sistemi di raffreddamento come nel computer che sfruttano i semiconduttori.

Il computer di Xanadu ha dunque mostrato i muscoli calcolando il in 36 microsecondi (36 milionesimi di secondo) il campionamento bosonico di 216 modalità; tale calcolo è considerato difficile da affrontare per i computer classici, con i quali la ricerca della soluzione si stima che richiederebbe oltre 9.000 anni.

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