algoritmo thor

La minaccia degli asteroidi non può mai essere presa alla leggera. Un asteroide largo appena dieci chilometri ha distrutto l’intera specie di dinosauri facendo entrare il pianeta in un’era glaciale 66 milioni di anni fa.

Un evento simile ora potrebbe far estinguere gli esseri umani. Ed è per questo che gli scienziati stanno cercando di capire, oltre a capire come impedire ad una minaccia di queste proporzioni di avvicinarsi alla Terra. Di recente, è stato riferito che la Cina stava progettando di inviare razzi nello spazio per testare una tecnologia che consentirà al Paese di deviare gli asteroidi. Ma ora è venuta alla luce una nuova tecnologia che permetterà di tracciare asteroidi che sono al di là delle capacità dei più potenti telescopi spaziali. Il suo nome è THOR.

L’algoritmo è stato sviluppato per la prima volta da Mario Juric, professore associato di astronomia e direttore dell’Istituto DiRAC (Data-intensive Research in Astrophysics and Cosmology) dell’Università di Washington e Joachim Moeyens, uno studente laureato nella stessa università.

Una potenza oltre l’immaginazione

Per dimostrare la potenza del programma, è stato utilizzato per identificare gli asteroidi nel sistema solare. Dopo che l’algoritmo ha restituito i suoi risultati, il Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale ha confermato la scoperta e ha stabilito che l’algoritmo era effettivamente in grado di rilevare in modo corretto la presenza di asteroidi.

Juric ha detto a SciTechDaily: “Il lavoro dell’Asteroid Institute è fondamentale perché gli astronomi stanno raggiungendo i limiti di ciò che è rilevabile con le tecniche e i telescopi attuali”.

Attualmente, THOR è in esecuzione su una piattaforma di astrodinamica basata su cloud chiamata Asteroid Discovery Analysis and Mapping (ADAM) e sta cercando asteroidi che sono fuori dalla portata dei telescopi.

“Una mappa completa del sistema solare fornisce agli astronomi spunti sia per la scienza che per la difesa planetaria. Gli algoritmi come THOR espandono notevolmente i tipi di set di dati che gli astronomi possono utilizzare per costruire una mappa del genere“, ha detto Matthew Holman, dinamico ed esperto di algoritmi di ricerca al Center for Astrophysics, Harvard e Smithsonian.

FONTEtech.hindustantimes.com
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