La società che possiede il colosso Tinder, Match Group, ha recentemente denunciato Google per violazione delle norme Antitrust sulla concorrenza: la questione, in pratia, verte ancora una volta sugli acquisti in-app.

La denuncia dice che i rappresentanti di Google “avevano assicurato” a Tinder che avrebbe potuto continuare a usare il proprio sistema di pagamenti, ma poi a quanto pare ha cambiato idea. Scopriamo i dettagli.

 

Tinder ha denunciato Google

Sostanzialmente, già nel 2020 Google aveva detto che in futuro tutte le transazioni in-app dei software a catalogo nel Play Store avrebbero dovuto essere elaborate tramite l’infrastruttura di pagamenti di Google stessa, mentre finora questa restrizione si era applicata solo a determinate tipologie di transazioni; inizialmente si prevedeva che questa regola sarebbe entrata in vigore il 30 settembre 2021, ma Google aveva poi posticipato al 1° di giugno. Ormai ci siamo, insomma.

Ora Tinder dice di essere stata minacciata di eliminazione dal Play Store se non si adeguerà, e che Google ha già iniziato a rifiutare gli aggiornamenti dell’app che non implementano la modifica. Dal canto suo, Google dice per cominciare che i servizi di Match possono pagare commissioni pari al 15%, che, osservano, è sono le più basse tra i principali app store della scena; e che, essendo Android un sistema per natura libero, è sempre possibile distribuire l’app tramite altri canali.

Ma la controffensiva di Google non è finita qui. La società ha anche pubblicato un articolo sul proprio blog ufficiale, The Keyword, firmato dal vicepresidente di Government Affairs & Public Policy definendo quella di Match “una cinica campagna contro Google Play”. Le argomentazioni di Google contro Match Group sono piuttosto concrete e convincenti, ma il tempismo gioca in un certo senso a sfavore di Mountain View, torneremo ad aggiornarvi!.

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