La sicurezza informatica è sempre più a rischio. Quattro italiani su cinque hanno paura di perdere su Internet le proprie informazioni personali, una fra tutte il furto d’identità. La situazione preoccupa, ma comunque resta il 40% a cui sembra che la situazione non tanga.

Le attività rischiose effettuate online sono davvero tante e navigare sul web non è più sicuro come una volta. Consultare siti web (57,8%), utilizzare Facebook e Instagram (54,6%), acquistare online (53,7%), effettuare operazioni come bonifici e quant’altro (46,6%), Tinder (41%), WhatsApp (40,2%), è sempre più rischioso.

Il rapporto con queste realtà portano all’accumularsi di paure, che ora oltre che fisiche sono anche virtuali. Il primo rapporto Censis-DeepCyber sulla Cybersicurezza in Italia ha dichiarato: “Il valore della Cybersecurity. Perché serve la sicurezza informatica per la buona rivoluzione digitale. Siamo sicuri? Non siamo sicuri premesso che il rischio zero non esiste. È vero che dobbiamo percorrere un tratto significativo di strada ma lo stiamo facendo”.

 

Sicurezza informatica: evitare i rischi o Internet diventa un posto pericoloso

Franco Gabrielli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Intelligence intervenendo alla presentazione del Rapporto, avverte: “la sicurezza informatica poggia su quattro pilastri, ossia l’Agenzia nazionale per la cybersecurity, la cyber investigation, la cyber intelligence e la cyber defence. Questo è il mondo che dobbiamo mettere insieme per costruire questa prospettiva. Serve la consapevolezza che ci consente di approcciare il rischio e/o di evitarlo o di attenuarne gli effetti negativi. Credo che dobbiamo essere preoccupati nel senso che ce ne dobbiamo occupare”

Adolfo Urso, presidente del Copasir, pensa che “dobbiamo puntare a un’autonomia strategica, nella sicurezza cibernetica e in quella energetica. Sono questi i due presupposti su cui difendere le nostre libertà. In questi due ambiti l’Italia si può ritagliare un ruolo importante nel mondo”.

“Dobbiamo essere tutti consapevoli che tecnologia e globalizzazione sono diventati strumenti in forza di regimi autoritari come Russia e Cina che li utilizzano per piegare e sottomettere le democrazie occidentali – continua. La tecnologia in questi casi è applicata al controllo del dissenso e dell’opinione. Possiamo reggere la sfida, forti dei nostri valori come società aperta. Serve sempre trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà, come successo durante la pandemia”.

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