truffa covid

In un comunicato presentato dall’Uif, l’organo che si occupa dell’informazione finanziaria presso la Banca d’Italia, e’ stato fatto presente che sono state segnalate oltre 7600 transazioni considerate operazioni fiscali “illegali” collegate al Covid.

Queste truffe sarebbero dilagate durante il periodo in cui il governo dava la possiblita’ di accedere a dei bonus per imprese nel tentativo di sollevare la situazione economica del paese. Queste segnalazioni riguardano appalti per mascherine, finanziamenti per le imprese e crediti di imposta. Il totale stimato che sarebbe stato utilizzato illegalmente ammonterebe a circa 13,4 miliardi di euro.

Secondo le statistiche riportate dall’Uif,  sarebbero 2197 le operazioni segnalate nel primo anno dopo l’avvento del COVID, e circa il doppio il secondo anno, arrivando a 5365 segnalazioni nel 2021. La Uif, citando il testo riportato, spiega: “la pandemia ha portato all’ nuovi elementi sintomatici di operatività illecite che impattano anche sul contrasto al riciclaggio. È stato perciò necessario integrare i criteri di classificazione delle segnalazioni per meglio monitorare i rischi inerenti a contesti sospetti”.

Altri dati molto importanti

Continua l’aumento delle operazioni finanziarie sospettate di riciclaggio e finanziamento del terrorismo denunciate all’UIF presso la Banca d’Italia.

Tra il 2020 e il 2021 sono saliti a piu’ di 113mila con una crescita del 7% rispetto al 2019 e un’accelerazione nel secondo semestre (+10% a 60.220).

Secondo le notizie della newsletter, l’unità di informazione finanziaria ha analizzato e inviato 59.760 segnalazioni agli organi investigativi.

Nello stesso periodo sono stati adottati 15 provvedimenti di sospensione delle operazioni sospette per un valore di 10,4 milioni di euro.

In crescita anche nel 2020 le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio o finanziamento del terrorismo (+13,8%). Il numero delle operazioni segnalate è più che raddoppiato (da 63.220 a 133.161). I principali paesi di destinazione dei flussi sospetti sono stati Romania, Senegal, Marocco e Albania (complessivamente il 42,0% degli importi sospetti trasferiti).

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