carburanti

Diverse associazioni di rappresentaznza della filiera automobilistica e dell’industria dei carburanti hanno inviato una lettera ai membri del Comitato interministeriale per la Transizione ecologica. Un passo della lettera cita:

“Una realistica transizione energetica del parco circolante al 2030, sia a livello italiano che europeo, non può che realizzarsi definendo target di mercato che valorizzino anche il contributo che i combustibili rinnovabili e a basso contenuto carbonico sono in grado di assicurare già nel breve periodo, garantendo allo stesso tempo che il tessuto industriale possa affrontare la transizione in maniera meno violenta” 

Inoltre, le associazioni evidenziano che la complessità della transizione energetica del parco circolante, sia a livello italiano e sia a livello europeo, non può contare soltanto su una tecnologia ancora non matura.

I rischi per l’occupazione

Inoltre, nella lettera si ricordano i danni, occupazionali ed economici, legati al possibile bando dei motori a combustione interna nel 2035. Se così fosse, un recente studio della Clepa, ha ipotizzato che l’Italia rischia di perdere circa 73 mila posti di lavoro, entro il 2040, di cui 67 mila già tra 2025 e 2030.

Le associazioni puntano il dito anche sulle metodologie scelte dalla Commissione Europea per la valutazione degli reali danni dovuti al trasporto su strada. I firmatari propongono di utilizzare il Life Cycle Assessment (LCA) oppure il Wellto-Wheel, o meccanismi come il “crediting system” che tengono conto dei benefici ambientali addizionali dei “fuels rinnovabili e low carbon”.

“Sono tutte soluzioni che se adottate nella regolamentazione europea favorirebbero lo sviluppo dei carburanti rinnovabili e low carbon liquidi e gassosi, assolutamente necessari per contribuire da subito alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nei trasporti su strada.”

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