I satelliti degli Stati Uniti sono costantemente sotto attacco. La Cina potrebbe diventare la potenza dominante nello spazio nei prossimi dieci anni. Anche la Russia aspira a raggiungere questo primato.

“Le minacce stanno crescendo e si espandono ogni singolo giorno”. “Siamo davvero a un punto in cui ci sono tutta una serie di modi in cui i nostri sistemi spaziali possono essere minacciati”. Gli Stati Uniti stanno affrontando numerosi attacchi ai propri satelliti – anche se non danneggiano permanentemente i dispositivi in orbita. Gli attacchi si basano su alcuni strumenti come i laser, le emittenti di disturbo a radiofrequenza e svariati attacchi informatici.

Le armi cinetiche contro i satelliti potrebbero peggiorare la quantità di detriti spaziali e intrappolare l’umanità sulla Terra nel peggiore dei casi. La Cina sta costruendo la propria versione del GPS e una “coppia di centinaia” di satelliti per la sorveglianza e la ricognizione. I satelliti cinesi sono il doppio di quelli statunitensi.

Satelliti nello spazio: Russia e Cina contro gli Stati Uniti

“I cinesi sono molto avanti [rispetto alla Russia]”, spiega Thompson. “Stanno mettendo in campo i propri satelliti ad un ritmo incredibile.” “Siamo ancora i migliori al mondo, chiaramente in termini di capacità ma stanno recuperando terreno rapidamente”. Secondo quanto riferito, l’amministrazione Biden sta contattando il Partito comunista cinese per stabilire norme internazionali per il cyberspazio e lo spazio, ma Pechino apparentemente non risponde.

La Russia, invece, “ha condotto un test di un’arma “anti satellite” nello spazio” nel 2020. Secondo un rapporto del Pentagono, la Cina sta progredendo con lo sviluppo di missili e armi elettroniche che potrebbero colpire satelliti ad alta e bassa orbita. Gli Stati Uniti stanno progettando la propria arma spaziale. Potrebbero apparentemente degradare o distruggere un satellite o un veicolo.

Articolo precedenteMini robot a forma di rana in grado di clonare se stessi
Articolo successivoPfizer, obbligo vaccinale in Europa: questa la scelta dell’Italia