Dopo un lungo stop, sia Huawei che Honor sono tornati sul mercato in questo finale di stagione del 2021, con due smartphone che potrebbero sembrare identici a prima vista, ma che nascondono tante differenze. Questo nuovo Huawei Nova 9, così come Honor 50, è il frutto di progetti precedenti alla separazione delle due aziende, ormai totalmente indipendenti l’una dall’altra, e per questo motivo la somiglianza è così forte. Eppure il ritorno di Huawei in Italia è segnato ancora una volta dalla mancanza di Android e dei Servizi Google, sostituiti invece dalla nuova versione EMUI 12.0.1 con HMS (Huawei Mobile Services), nuova direzione e nuova filosofia dell’azienda. La domanda che in tanti ci fanno riguarda proprio quest’ultimo aspetto e su come sia possibile ovviare alla mancanza di Android e dei Servizi che la maggior parte degli utenti utilizzano tutti i giorni. Per questo motivo abbiamo passato le ultime 72 ore in compagnia esclusiva di questo device, per cercare di capire quali sono attualmente le migliorie e anche le limitazioni di Harmony OS per un utente italiano che proviene da Android. La risposta non è scontata e ci ha regalato più di qualche sorpresa.

EMUI 12 con HMS, è davvero per tutti?

Al momento del suo annuncio e poi della sua uscita ufficiale sul mercato non erano poi così tante le possibilità e i vantaggi per gli utenti standard, abituati ormai alle comodità garantite dal Play Store e dai vari Servizi legati al mondo Google. Eppure con il tempo Huawei ha lavorato duramente per creare un ecosistema indipendente, grazie all’aggiunta di moltissime app e scorciatoie in grado di non farci rimpiangere più Android o il Play Store. Tuttavia, non sono ancora tutte rose e fiori, e se per un utente come me abituato a provare decine di device all’anno la situazione è perfettamente gestibile, per alcune tipologie di utenti potrebbe non essere così facile e immediato il passaggio.

Partiamo come prima cosa da App Gallery: senza dubbio ci sono stati molti miglioramenti, come ad esempio una migliore gestione e integrazione tra Petal Search e lo store, fondamentale per rendere immediata la ricerca di applicazioni assenti ufficialmente da App Gallery. Ormai le principali sono disponibili tranquillamente per il download, o almeno quelle più usate al mondo, tuttavia la ricerca e il download con Petal Search non è ancora così intuitiva e così semplice come si potrebbe pensare. Basti pensare ad una persona anziana o anche ad utenti che non sono così ferrati nell’utilizzo dello smartphone: tramite Play Store bastava un tap e l’applicazione in questione era disponibile sul nostro smartphone, mentre in questo caso occorre fornire diverse autorizzazioni per scaricare app al di fuori di App Gallery, senza considerare che in alcuni casi non sempre i download partono correttamente e i passi da fare sono numerosi. Sia chiaro: nulla di impossibile, ma questo dipende dalla nostra capacità di adattarsi alla situazione e alle varie finestre di sistema che appaiono.

Ma prima di vedere nello specifico quali app sono disponibili e quali app invece mancano all’appello, diamo un’occhiata a tutte quelle applicazione legate a Google che non sono installabili sul device: partendo da Gmail, in questi tre giorni abbiamo usato il client di Huawei e nulla è cambiato in termini di funzionalità, notifiche o utilizzo, per una sostituzione completa e proficua. Per quanto riguarda YouTube e Google Maps, la situazione è diversa: YouTube può essere utilizzato tranquillamente tramite la sua Quick App. Non sarà altrettanto veloce come l’app, ma comunque funziona egregiamente e non ne ho sentito troppo la mancanza. Inoltre, se volete proprio un’app da usare, allora YouTube Vanced farà il lavoro di YouTube, ma senza la possibilità di fare il login con il proprio account. Google Maps invece può essere scaricato sul telefono, ma non si avvia a causa della mancanza dei Servizi Google: in questo caso la nuova Petal Maps, grazie alle mappe TomTom integrate svolge molto bene il proprio lavoro e si può usare come perfetto sostituto, o anche il famosissimo Waze. Invece, per tutte le altre app legate al mondo Google come Note di Keep, Play Giochi, Google Pay, Google Drive, Google Fit o anche Wear OS dovremo rinunciare, e se questa rinuncia sia grande o piccola dipende esclusivamente dal vostro utilizzo. Sicuramente molte di queste come le note, o la gestione della salute e dello sport sono pienamente sostituibili da Harmony OS o con altre controparti, tuttavia se ci troviamo con tutta una storia e una cronologia di utilizzo, perderla e ricominciare dall’inizio potrebbe non essere la soluzione migliore.

Per quanto riguarda app e giochi, ormai la maggior parte sono stati inseriti e inclusi in App Gallery o Petal Search: mancano ancora alcune, anche famose, ma tra quelle più usate ormai abbiamo una copertura completa. Per quanto riguarda le app, sono state finalmente integrate la maggior parte delle banche, per una gestione facile e immediata dei pagamenti e dei propri conti, anche se manca ancora una big come Poste Italiane, di cui si può usufruire però la Quick App. Per quanto riguarda app più specifiche e di cui ho sentito la mancanza possiamo trovare YouTube Studio, Money Manager, Trenitalia e poche altre.

Design da PRO

Huawei Nova 9 si presenta come uno smartphone classico, senza alcuna pretesa di rivoluzionare il mercato con design o concept del tutto nuovi. Bordi stondati sul pannello posteriore e display curvo lo rendono molto comodo in mano, soprattutto con un utilizzo prolungato, mentre dimensioni e peso non rappresentano mai un problema. Lo spessore di 7,77mm e il peso di 175g sono più che buoni per uno smartphone di questa fascia e con questi materiali, con uno sguardo ai top per costruzione e design. Il pannello posteriore è in policarbonato per risparmiare sul peso e sul prezzo, con una rifinitura opaca e cangiante che riesce a convincere per eleganza e soprattutto per pulizia: non raccoglie impronte e resta pulita a lungo, offrendo al tempo stesso un ottimo grip in mano anche senza custodia.

I tasti sono posti sul lato destro del device, con bilanciere del volume e tasto di accensione e di spegnimento: il feeling alla pressione è da top, solido e preciso ai massimi livelli. Sul lato inferiore troviamo invece una connessione USB Type C per ricarica e connessione al pc, microfono e altoparlante mono. Peccato per questo piccolo dettaglio, che altrimenti avrebbe reso questo device molto più convincente sotto questo profilo.

Display OLED da 1,07 miliardi di colori

Dove Huawei non ha risparmiato affatto è sotto l’aspetto del display, con un pannello da 6,57″ che non ha nulla da invidiare ai vari top di gamma presenti sul mercato. Con una risoluzione FHD+ di 2340 x 1080 pixel e una tecnologia OLED con refresh rate a 120Hz e frequenza di aggiornamento al tocco a 300Hz non potremmo pretendere di più. Senza dubbio la luminosità non sarà da record, come valori superiori ai 1000nits, ma risulta sufficiente per qualsiasi utilizzo, sia in interno che in esterno. I bordi curvi del display inoltre possono piacere o meno, ma contribuiscono a dare una sensazione premium complessiva al device, piacevole al tatto o quando si utilizza Nova 9 quotidianamente.

I colori sono precisi, senza tinte o deviazioni visibili e i contrasti perfetti assieme ai neri assoluti garantiti dalla tecnologia OLED. Bello questo pannello sia da utilizzare per la navigazione che poi per la visione di contenuti multimediali, con i quali riesce a dare il meglio di sé. Il refresh rate a 120Hz rappresenta poi la ciliegina sulla torta per garantire una fluidità perfetta per il sistema, giusto compromesso tra i 90Hz, che ormai cominciano ad appartenere alla fascia medio-bassa del mercato, e refresh rate superiori, che tendono a restituire consumi maggiori. Il sensore di impronte digitali integrato sotto al display funziona bene, è affidabile e preciso e perfino abbastanza veloce nello sblocco: nella nostra prova dedicata abbiamo raggiunto 97 sblocchi su 100.

Prestazioni eccellenti con processore medio gamma

La ricerca di processori sempre più potenti e performanti ha portato negli ultimi mesi all’integrazione da parte di moltissimi produttori del famoso Snadpdragon 888 o 888+. Si tratta di un processore al limite, che garantisce prestazioni eccellenti con consumi e temperature molto elevate. Ma in quanti effettivamente riescono a gestire e sfruttare tutta quella potenza? Se pensiamo che la maggior parte di utenti usa lo smartphone per navigare, messaggiare e guardare film, lo Snapdragon 778G in versione 4G integrato in questo Huawei Nova 9 è più che adatto nel contesto di uno smartphone da 500 euro, garantendo prestazioni ottime nella maggior parte degli usi, e allo stesso tempo con temperature e autonomia migliorate. Huawei Nova 9, assieme al suo sistema operativo e al refresh rate da 120Hz funziona davvero molto bene in quanto a velocità di navigazione, fluidità di sistema e gestione delle app, anche quelle più pesanti. Ottima anche la gestione del multitasking e delle app in background con gli 8GB di ram a corredo: siamo riusciti a riutilizzare senza caricamenti oltre 10 app in background, tra cui anche un gioco e tutte le principali app presenti sul mercato. Nonostante il supporto a Bluetooth 5.2 con BLE, SBC, AAC e LDAC, Wi-Fi 6, NFC, GPS (GPS L1 + L5 Dual band/AGPS/ GLONASS/ BeiDou B1I + B1C + B2a Tri-band/GALILEO E1 + E5a Dual band/QZSS L1 + L5 dual band/ NavIC), manca il supporto alle reti 5G di nuova generazione. Per quanto ancora lo sviluppo delle reti 5G non sia al suo massimo in Italia, un device da 500 euro non può cadere su un particolare tanto importante come il supporto alle principali reti dei prossimi mesi e anni.

Fotocamere e video 

Ci ritroviamo ancora una volta a parlare di Megapixel, soprattutto perché in molti ci hanno fatto notare come rispetto a Honor 50 vada a perdere la fotocamera da 108MP, sostituita con un sensore da 50MP. In realtà, come spesso abbiamo ribadito, i MP significano poco ai fini della qualità delle immagini e complessivamente del sensore, e in questo caso devo dire che la qualità superiore. Sono quattro le fotocamere sul modulo posteriore e una inclusa nel pinhole sullo schermo:

  • Fotocamera Ultra Vision da 50 MP (apertura f/1.9)
  • Fotocamera ultra grandangolare da 8 MP (apertura f/2.2)
  • Fotocamera di profondità da 2 MP (apertura f/2.4)
  • Fotocamera Macro da 2 MP (apertura f/2.4)
  • Fotocamera per selfie da 32 MP (apertura f/2.0)

Diciamo che la qualità generale del sensore non è affatto male e averla comparata con telefoni da 700-800 euro non fa che accrescerne il valore. Sotto il punto di vista della qualità, della nitidezza e del dettaglio che questo sensore Ultra Vision da 50MP, ereditato da P40 Pro, è eccellente: molto accurati i colori, giusti i contrasti e anche la resa della sfocato è piacevole e omogenea. Tuttavia ci sono anche alcuni problemi lato software che le impediscono di performare al 100% delle sue possibilità: la messa a fuoco è lenta e spesso impazzisce per diversi secondi di fronte a soggetti abbastanza facili da riconoscere; la resa dell’HDR è ancora da affinare, con degli strani artefatti che si vengono a creare attorno ad oggetti scuri con sfondo chiaro, senza considerare che non sempre viene riconosciuta e attivata questa modalità; infine, in alcune situazioni Nova 9 tende a sovraesporre l’immagine in maniera innaturale. Questi difetti non si presentano sempre e con costanza, il che sta a significare che con qualche aggiornamento e un po’ di attesa potranno essere corretti lato software. Dove brilla particolarmente è nella resa al buio o nelle zone scure dell’immagine, in cui il rumore generato dal sensore è ridotto al minimo, con delle fotografie generalmente più pulite e più godibili rispetto alla concorrenza.

Passando alla fotocamera ultrawide, troviamo la stessa identica situazione: ottimo il dettaglio e la resa complessiva della foto, mentre il problema dell’HDR si ripresenta e anche il fov non è così esteso come su altri modelli. Tuttavia la resa del disturbo e la resa notturna brillano per pulizia della foto e gestione della basse luci. Come al solito sensore macro e di profondità sono solo di accompagnamento e almeno per quanto riguarda la fotocamera macro, poteva essere eliminata inserendo al suo posto una stabilizzazione ottica che avrebbe portato a cambiare totalmente la resa e le carte in tavola.

Sotto il profilo dello zoom, abbiamo uno zoom digitale che arriva al 10X e che si comporta molto bene sotto il profilo delle basse luci e del rumore della foto, ma la mancanza della stabilizzazione gli impedisce di ottenere scatti pienamente utilizzabili e ottimizzati.

Infine, la fotocamera anteriore per i selfie ci è piaciuta molto, grazie ad una resa ottimale nel contrasto, nella gestione dell’HDR e degli scatti in condizioni di interno o di bassa luce. Siamo sempre riusciti ad ottenere un ottimo scatto al primo tentativo, perfino superiore alla resa del P40 Pro. L’unico dettaglio è che nelle zone scure dell’immagine Nova 9 tende a dare una tinta violacea alle ombre, non sappiamo se come difetto di elaborazione dell’immagine o come scelta di resa da parte di Huawei.

Lato video abbiamo una ripresa supportata fino al 4K a 30FPS o FHD a 60FPS, senza stabilizzazione ottica, ma solo con AIS. La resa dei video è buona, visto il sensore in comune con la serie P40, compresa la modalità vlogging che ci permette di registrare con due diverse fotocamere contemporaneamente.

Autonomia e batteria

Nova 9 integra una batteria da 4300mAh con ricarica rapida a 66W: il caricabatterie incluso è l’unico in grado di sbloccare questa funzione per ragioni di sicurezza legate alla prevenzione di un eventuale surriscaldamento. Sotto il fronte della batteria sia l’hardware che il sistema operativo riescono ad operare in sintonia per garantire svariate ore di utilizzo. Nei nostri test di redazione abbiamo ottenuto i seguenti risultati con speaker 50% e luminosità display 50%:

  • 1 ora di streaming Netflix consuma il 5-6% di batteria
  • 1 ora di utilizzo social Facebook/Instagram consuma il 7-8% di batteria
  • 1 ora di gaming con COD Mobile/Asphalt 9 consuma il 18-19% di batteria

Da questo piccolo quadro emerge la vocazione tipicamente medio-gamma del processore, che è ottimizzato benissimo per i compiti quotidiani, la navigazione, i social e la messaggistica, meno invece per il gaming, nonostante l’esperienza sia comparabile anche a processori più potenti e costosi. Nello stress test giornaliero siamo arrivati a fine giornata con un 15% di batteria residua, per un aspetto legato all’autonomia pienamente promosso, visti anche i “soli” 4300mAh a bordo.

Conclusioni e prezzo

Huawei con questo nuovo telefono ha cercato di sdoganare l’idea che ormai aveva addosso di un software limitato per il mercato europeo. Ma la verità è che sebbene i tanti miglioramenti e le ottime integrazioni di EMUI 12, che ormai è diventato quasi indipendente al 100%, molti utenti potrebbero non trovare comoda la modalità di ricerca e download app tramite Petal Search, e se avete bisogno di un app indispensabile, provate a fare qualche piccola ricerca per vedere se è supportata per l’installazione. Ancora oggi Huawei rimane un’azienda dagli ottimi dispositivi, ma solo per gli utenti consapevoli dei limiti software e in grado di gestire con facilità l’installazione tramite APK di Petal Search.

Il prezzo tende ad essere molto vantaggioso in relazione alla tipologia di device e alla sua fascia di appartenenza, in particolare in occasione del lancio: 499 euro, con sconto di 40 euro e in regalo Freebuds Pro dal valore di 119 euro, 6 mesi di garanzia aggiuntiva e una comoda cover trasparente dal valore di 19 euro. Se per caso avete bisogno di un paio di auricolari true wireless potreste arrivare a pagare il telefono soli 350 euro in rapporto a quello che Huawei riesce a includere nel pacchetto.

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