Green Pass: calano le alternative, a breve non basterà più nemmeno il tampone?

La vicenda si fa sempre più nera. Guido Rasi, il professore ordinario di Microbiologia all’Università di Roma Tor Vergata, ex direttore dell’Ema, ha lanciato la possibilità di togliere il certificato verde a chi si tampona. “Chi ha il green pass, ha fatto un tampone, è vaccinato, o ha avuto il Covid e quindi si attiva uno stato di immunità o di esenzione immediata dall’infettare il prossimo”. “Esistono però casi di tampone negativo la mattina e positivo la sera. Attenzione perché con un tampone se uno incontra una persona infetta due ore dopo c’è il rischio che si contagi”, ha spiegato invece il consulente per l’emergenza del generale Figliuolo.

Green Pass: terza dose o tampone? La risposta di Guido Rasi

Anche Rasi ammette: “Personalmente sì, toglierei il tampone dal green pass e lo lascerei solo per chi è vaccinato e chi ha superato la malattia. Parlando dell’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro, il microbiologo spiega: “Ogni paese trova i propri deterrenti. Sono contento che l’Italia sia sempre stata davanti agli altri in questo, ma purtroppo siamo anche quelli con il numero più alto di morti per milione di abitante. Dobbiamo prendere misure adeguate alla nostra situazione, non possiamo permetterci che gli ospedali diventino fisarmoniche a causa dei reparti Covid”.

Poi, riferendosi alla somministrazione di una terza dose generalizzata, Rasi non esclude l’idea: “Vedremo se ci fermeremo ai 65 anni o se progressivamente lo estenderemo a tutti. Sicuramente la terza dose riporta al 95% la protezione”. Alla domanda: “Non sarebbe meglio fare prima un un’analisi per sapere quanti anticorpi si hanno?” Guido Rasi ha risposto: “Non esiste al momento un test per capirlo. Forse ci arriveremo, si va sul dato epidemiologico che giustifica ampiamente la terza dose. Va bene programmarla e non essere impreparati, però prima di andare sotto i 65 anni aspettiamo un attimo”.

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