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La fusione di due tra le più importanti aziende nel settore tecnologico e nel mondo, Nvidia e ARM, dovrà essere posta al vaglio dall’antitrust europeo. L’acquisizione infatti, dal valore di ben 54 miliardi di dollari dell’azienda che si occupa della progettazione di chip per le piattaforme mobili, dovrà essere valutata dall’esecutivo europeo, per confermare o meno la transazione. Lo stesso produttore americano, Nvidia, avrebbe richiesto l’approvazione, con un primo responso che dovrebbe arrivare entro il 13 ottobre.

 

I passi successivi

Ma cosa potrebbe accadere nel caso in cui la transazione non dovesse essere approvata? In quel caso l’Unione Europea potrebbe dover aprire un ulteriore indagine dalla durata di ben quattro mesi, con il rischio di eventuali azioni fraudolente. Tuttavia l’avvio di questo eventuale procedimento non implicherebbe uno stop alla produzione o all’operazione di queste due aziende, poiché l’azienda americana potrebbe in ogni caso apportare delle misure correttive per sbloccare la situazione.

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Il mese scorso la Competition and Markets Authority (CMA), ovvero l’antitrust del Regno Unito, aveva dichiarato che il procedimento di analisi di questa fusione avrebbe dovuto avere uno spazio di discussione e analisi più approfondito, per il timore che l’acquisizione di ARM da parte di Nvidia avrebbe potuto portare l’azienda americana ad avere un controllo eccessivo del mercato dei semiconduttori utilizzati in diversi ambiti: dai servizi di data center, ai dispositivi intelligenti e console di gioco. Una situazione resa ancora più complicata dalla carenza delle materie prime necessarie alla loro produzione e alla grandissima richiesta a causa di una digitalizzazione sempre maggiore del nostro pianeta e della pandemia di Coronavirus, che ha velocizzato alcuni processi di adattamento e conversione tecnologica nei settori pubblici e privati.

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