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Asus sta testando e convalidando gli aggiornamenti del BIOS per dozzine di vecchie schede madri basate sui chipset Intel serie 200 e 100, che consentirebbero agli utenti di eseguire Windows 11 su un sistema con una CPU non supportata. Quindi, se hai un processore Skylake di sesta generazione o Kaby Lake di settima generazione, c’è ancora speranza.

Il fatto che Asus sia in grado di farlo non fa che aumentare il nostro sconcerto per come Microsoft stia già rovinando così tanto Windows 11, in termini di requisiti di supporto e messaggi meno che chiari. Aggiungendo confusione, è una situazione in cui Microsoft è incline ad aggiungere più CPU all’elenco di supporto per un capriccio.

Windows 11 sarà rilasciato il 5 ottobre

Microsoft ha fatto esattamente questo un paio di settimane fa, aggiungendo una dozzina di CPU in più al suo elenco ufficiale di compatibilità con Windows 11. Quelli che ha aggiunto sono tutti della serie Core di settima generazione di Intel, anche se tutti tranne uno sono chip Xeon per workstation. Il pezzo forte è il Core i7 7820HQ, una CPU mobile che si trova nel sistema Surface Studio 2 di Microsoft.

Oltre a questi chip, la compatibilità ufficiale con Windows 11 si estende solo ai processori Intel di ottava generazione, alle CPU Ryzen di seconda generazione di AMD e ad alcuni chip Qualcomm. Asus mette in guardia, sottolineando che ‘l’aggiornabilità è soggetta al supporto del sistema operativo o di driver di terze parti’. In altre parole, queste schede e le CPU di vecchia generazione associate supportano il requisito TPM 2.0 e, con gli ultimi aggiornamenti del BIOS, lo attiveranno per impostazione predefinita.

A giugno, Microsoft ha riconosciuto il supporto per i test sulle CPU Intel di settima generazione e sui chip Zen originali di AMD, che ‘potrebbero soddisfare i nostri requisiti’. Lo scopriremo presto poichè  Windows 11 verrà rilasciato il 5 ottobre.

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