La sfida dell’ingegneria del nostro secolo mista alla fisica è senza ombra di dubbio la fusione nucleare controllata e commerciale, essa rivendica un’importanza vitale in quanto, da sola, potrebbe risolvere la questione energetica del nostro pianeta, fornendo quantità mostruose di energia autoalimentandosi senza generare scorie o emissioni di sostanze serra.

La fusione per l’appunto è la stessa reazione che illumina le nostre giornate, si tratta della reazione nucleare che avviene sul Sole e che porta alla fusione di nuclei di idrogeno in nuclei più pesanti di Elio, sulla Terra le nazioni stanno cercando di duplicarla in modo controllato usando due isotopi come combustibile, il deuterio e il trizio.

La scienza si sta dunque muovendo in questa direzione ed il National Ignition Facility (NIF), sembrerebbe aver raggiunto un risultato storico che ci avvicina un po’ di più al traguardo, stando alle dichiarazioni del direttore infatti si è raggiunta quasi la parità energetica.

 

Il 70% dell’investimento energetico

Il limite da superare, oltre a quelli strutturali, è costituito dalla resa energetica, la reazione infatti deve produrre più energia di quella impiegata per avviarla e per raffreddare il reattore, traguardo possibile ma che necessita di tanto lavoro.

Al NIF ci sono andati vicini, i ricercatori hanno infatti colpito con 192 laser una microsfera contenente una soluzione liquida di Trizio e Deuterio riscaldandone prepotentemente la superficie e portandola ad implodere, arrivando dunque al punto di ignizione della fusione, la quale ha restituito il 70% dell’investimento energetico, i laser hanno infatti sfruttato circa 1,9Megajoul mentre la fusione ne ha restituiti 1,35MJ, un valore otto volte superiore a quello ottenuto nell’esperimento fatto in primavera e 35 volte superiore a quello effettuato nel 2018.

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