Honor Band 6 rappresenta il fratello (quasi) gemello di Huawei Band 6, un dispositivo indossabile che abbiamo recensito appena pochi mesi fa. Con un form factor rinnovato e migliorato sotto tutti gli aspetti rispetto al mercato attuale delle smart band, Honor Band 6 convince sotto tanti aspetti, con un design più orientato allo sport e un display compatto, ma molto esteso in grado di stupire. Scopriamo insieme le sue caratteristiche e le differenze con Huawei Band 6 in questa recensione approfondita!

 

Design e confort

Ci era piaciuta Huawei Band 6, grazie al nuovo form factor in grado di racchiudere un vero e proprio smartwatch nelle dimensioni di una smart band, e lo fa allo stesso modo anche Honor Band 6. Le dimensioni sono praticamente identiche al modello di Huawei e le forme arrotondate riescono ad adattarsi alla perfezione a qualsiasi polso. Il vantaggio di avere una superficie maggiore sia sul cinturino che sulla base della cassa è quello di avere un maggiore confort durante l’utilizzo e durante il sonno in particolare.

I materiali di cui è composto il device sono la plastica per la cassa e il silicone per il cinturino, che risulta molto morbido e comodo in tutte le situazioni. La plastica appunto è ben rifinita e i dettagli del design confermano una cura per la sua progettazione che trasmette una sensazione premium al tatto.

Il pulsante sul lato destro è l’unico per interagire con il dispositivo, a parte il touch, e presenta un dettaglio rosso che richiama tanti orologi dedicati allo sport presenti sul mercato. Sul lato sinistro la scritta Honor è ben visibile, incisa nella plastica, per un look più orientato allo sport e meno elegante rispetto alla Huawei Band 6. Sono tre i colori disponibili per il cinturino durante l’acquisto: grigio, nero e rosa (come quello da noi recensito). La cassa è nera per tutti e tre i modelli con una rifinitura opaca piacevole e che tende a rovinarsi poco con l’utilizzo.

Testato sotto la doccia e al mare Honor Band 6 è perfettamente impermeabile fino a 50ATM con certificazione IP67.

 

Display

Il pannello Amoled montato dal device è in assoluto l’aspetto più solido e innovativo. A differenza della maggior parte delle smartband che non arrivano ad 1″ di schermo, Honor Band 6 arriva addirittura ad 1,47″. E soprattutto lo fa mantenendo le dimensioni compatte e le forme perfette per risultare invisibile durante l’uso. La risoluzione di 194 x 368 pixel garantisce una visione dei contenuti perfetta e nitida, mentre i colori, grazie alla tecnologia amoled, sono vibranti e contrastati, con i neri perfetti a cui ci hanno abituato i migliori smartphone sul mercato. A protezione del display Honor ha posizionato un pannello con certificazione 2.5D di robustezza. Supportato anche il touch e le gesture: responsivo il singolo tocco, meno invece le gesture, che spesso vanno ripetute; in acqua il touch diventa quasi inutilizzabile, o comunque anche le goccioline più piccole impediscono un corretto riconoscimento delle azioni.

Così come sul modello Huawei manca il sensore per la luminosità del display, che è possibile impostare su 5 diversi valori in maniera completamente manuale. Durante il giorno una luminosità tra 2 e 3 risulta adatta per vedere qualsiasi contenuto, mentre la sera sarebbe meglio impostarla tra 1 e 2.

 

Prestazioni e sistema

Il sistema proprietario usato da Honor è lo stesso di quello presente a bordo di Huawei Band 6, ma in una versione leggermente più limitata. Sono supportate tantissime funzioni, come ad esempio quella del monitoraggio continuo del battito cardiaco, del monitoraggio dell’ossigenazione del sangue e molto altro.

Con uno swipe dall’alto al basso nella home si va nelle impostazioni rapide, con uno dal basso verso l’alto invece nella sezione notifiche: in questo caso il display permette una lettura agevole dei testi che arrivano sul nostro smartphone, peccato però per le emoticons che non sono supportate e che mostrano invece un messaggio vuoto.

Con uno swipe ai lati si entra nelle modalità rapide di visualizzazione delle attività: dal riepilogo della giornata, al sonno fino al battito cardiaco e al meteo. Con una pressione del tasto invece si entra nel menù delle applicazioni, attraverso il quale si possono svolgere la maggior parte delle azioni. Il monitoraggio del battito cardiaco funziona 24H su 24H (se attivato), ma non è troppo preciso a causa dell’intervallo di misurazione troppo dilatato. Durante il monitoraggio sportivo la sua accuratezza migliora per una precisione superiore.

Il monitoraggio del sonno riesce a rilevare correttamente gli orari di andata a dormire e di sveglia, e perfino dei pisolini, restituendo i valori di sonno leggero, sonno profondo e fase REM. La comodità di indossabilità durante il sonno è eccellente.

Per le donne è presente anche una funzione relativa al monitoraggio del ciclo mestruale, mentre la funzione di rilevazione dello stress lascia il tempo che trova. Non so su che dati si basa la smartband per restituire all’utente grafici e valori, ma non sempre corrispondono al reale stato d’animo e di stress durante la giornata. Lo stesso vale per il monitoraggio dell’ossigenazione del sangue: se sul modello Huawei la funzione può essere impostata anche su monitoraggio continuo, qui invece il monitoraggio è manuale, e la maggior parte degli utenti farà cadere questa funzione nel dimenticatoio dopo i primi giorni.

Il sistema è fluido nella maggior parte delle occasioni, anche se poi in alcuni frangenti non mancano lag nel passaggio da un’applicazione all’altra o nella chiusura delle app. I quadranti ufficiali non sono moltissimi, anche se dallo store è possibile scaricarne anche di non ufficiali, a pagamento e non. Infine, il giroscopio e l’accelerometro funzionano correttamente nell’attivazione dello schermo con il movimento del polso e nella rilevazione dei passi, corretta con uno scarto di +-5%.

Mancano a bordo il GPS, il sensore NFC e non è possibile controllare la musica da Spotify o anche ricevere o gestire le chiamate: una limitazione che lo porta ad essere un dispositivo a senso unico per il monitoraggio sportivo o della salute. La vibrazione, impostabile su due diverse modalità, si riesce a percepire molto bene e non crea disagi nemmeno con la funzione di sveglia.

 

Monitoraggio sportivo

Le modalità di rilevazione dello sport non sono poi molte: se sul modello Huawei ne troviamo tantissime, qui ci fermiamo a 10 diverse modalità: Outdoor Running, Indoor Running, Outdoor Walking, Eliptical Machine, Indoor Walking, Outdoor Cycling, Aerodyne Bike, Free Training, Swimming Pool, Rowing Machine. Nei test di camminata la rilevazione è stata corretta, anche se manca il GPS, che avrebbe rappresentato davvero un elemento da Best-Buy per questo modello; nel monitoraggio del nuoto la smartband è andata in confusione, segnando al tempo stesso 11 o 89 bracciate per 25m di nuotata.

 

Batteria

Con un uso intensivo (tutte le modalità di rilevazione 24h su 24h attive, monitoraggio sportivo, 50 notifiche giornaliere, gestione di timer e sveglia) siamo riusciti ad arrivare a 11-12 giorni di utilizzo. Il consumo giornaliero è stato di circa il 7-8%, mentre il consumo sportivo per ogni ora di rilevazione è stato del 2% circa. La batteria non rappresenta affatto un problema in questo caso, con una durata che può superare anche le due settimane con un utilizzo normale o light.

La ricarica avviene tramite la basetta fornita in dotazione e avviene in tempi record: in soli 15 minuti si ricarica da 0 a 50%, mentre per la ricarica completo ci si impiega circa 35 minuti.

 

Conclusioni e prezzo

Con un prezzo che oscilla tra i 40 e i 50€ su Amazon, Honor Band 6 è più un doppione che altro. Il modello gemello di casa Huawei di listino costa intorno ai 60€, ma spesso si trova in offerta a 40€ e presenta molte funzioni aggiuntive rispetto a questa smartband Honor. Mancano tante funzioni come il GPS e NFC, ci sono poche modalità di tracciamento sportivo, il monitoraggio dell’ossigenazione del sangue è manuale: insomma a meno che il design non vi faccia impazzire o non lo troviate in super sconto i motivi per acquistare questa band invece di quella Huawei non sono poi così tanti.

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