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L’ipotesi di una terza dose per il vaccino Pfizer è sempre più concreta. Anche in Italia, le autorità sanitarie stanno valutando una ulteriore campagna di immunizzazione per proteggere la popolazione dalle nuove varianti del Covid. Purtroppo, dalle ultime rilevazioni scientifiche, anche grazie alla variante Delta, raggiungere l’immunità di gregge senza terza dose potrebbe essere impossibile.

Pfizer, la terza dose in Italia e in altre nazioni

La decisione definitiva sulla terza dose di Pfizer in Italia sarà delineata soltanto in autunno. A prendere un indirizzo chiaro saranno il Ministero della Salute e l’Agenzia del Farmaco, con l’ausilio del Comitato tecnico scientifico.

Intanto, emergono già ulteriori particolari. Al momento, l’ulteriore somministrazione di Pfizer non riguarderebbe in via incondizionata tutta la popolazione, ma soltanto i soggetti fragili e gli anziani, ovvero coloro che sono più esposti alle forme gravi di contagio da Covid.

I dati scientifici, tra cui alcune informazioni rivolte dalla stessa Pfizer, mostrano un calo della protezione – specialmente con la variante Delta – a poco più di sei mesi dalla seconda dose. La protezione scenderebbe dal 95% sino a picchi in basso dell’80%. Resta invece completa la difesa contro le ospedalizzazioni e contro i possibili decessi. 

Oltre all’Italia, già altre nazioni hanno pensato ed hanno preso decisioni sulla terza dose di Pfizer. In Israele, ad esempio, il Governo ha già messo in preventivo un’ulteriore somministrazione per gli anziani in autunno. Stesso discorso anche per il Regno Unito. Nell’Uniione Europea, invece, i primi Stati ad aver legiferato su tale dinamica sono Francia e Germania.

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