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Da moltissimi secoli l’uomo è continuamente alla ricerca di un trucco per essere immortali. Anche nell’era moderna e contemporanea non si è praticamente mai abbandonato questo sogno utopico. Attualmente, gli scienziati sono a conoscenza del fatto che esistono degli “interruttori genetici” che vanno a causare l’invecchiamento e che siamo riusciti a manipolare su molti esseri viventi. Tuttavia, sull’uomo è un procedimento assai più complesso da mettere in pratica.

Moltissimi ricercatori si sono dedicati negli anni a questa ricerca e spesso erano sovvenzionati da vecchi miliardari che avevano paura della morte. Ad esempio, Wolfgang Fink, ricercatore dell’Università dell’Arizona, ha detto: “vedrei l’immortalità venire dal settore biologico“. Ha aggiunto: “Prevenendo la morte cellulare e l’invecchiamento, preservandolo attraverso metodi criogenici o donatori, possiamo prolungare la sua durata naturale”.

 

Immortalità: si potrebbe salvare il cervello su un disco rigido?

Allo stato attuale, sono diverse le vie che stanno provando a percorrere gli scienziati per provare a forzare il destino che la natura va riservare a tutti gli esseri viventi: trovare i geni che vanno a manipolare l’invecchiamento e utilizzarli a nostro vantaggio; clonare parti del corpo e sostituirle nel tempo con quelle “vecchie”; fermare il metabolismo con la criogenia e successivamente riparare le cellule con la microrobotica.

Il progetto che ha suscitato maggior interesse è però nato in Russia e si chiama “Russia-2045” e sembra che sia uscito da un vero e proprio film di fantascienza. Questo gruppo di scienziati sta provando di “salvarela mente di un essere umano per poi caricarla su un disco rigido, salvando l’assenza di un corpo per sempre. In soli 17 anni, affermano, che ciò sarebbe possibile.

Ovviamente stiamo parlando di esperimenti alquanto estremi e di studi preliminari. D’altronde, altre ricerche sono del tutto in contrasto con questo progetto. In base ad uno studio su Nature, l’uomo può vivere al massimo 150 anni. Quindi, conviene “accontentarsi”.

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