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Il vaccino di AstraZeneca ha la possibilità di causare dei coaguli di sangue, un effetto collaterale che in media ha un’incidenza di un caso ogni 50.000 dosi somministrate. Questa possibilità diminuisce di molto con la seconda dose visto che si parla di un caso ogni 600.000 seconde dosi. Con Pfizer il discorso è diverso.

Attualmente l’effetto collaterale che più spaventa del vaccino di Pfizer sono i casi di miocardite o di pericardite, l’infiammazione del muscolo cardiaco o della membrana che avvolge il cuore. Uno studio statunitense ha visto che in questo caso l’incidenza è di un caso ogni 80.000 prime dosi. A questo giro però la possibilità aumenta con la seconda dose.

Con la somministrazione della seconda dose di Pfizer il rischio passa a un caso ogni 62.000 dosi. Rimane comunque un numero relativamente basso di rischio anche perché poi questi casi di miocardite risultano essere piuttosto poco gravi tanto che la quasi totalità non richiede trattamenti particolari.

 

Pfizer: la seconda dose

In realtà con questo vaccino è stato visto che la seconda dose aumenta la possibilità di tutti gli effetti collaterali registrati anche con le prime. Si parla degli effetti considerati semplici fastidi come cefalea, dolore al sito di inoculazione, dolore articolare o muscolare e così via. Considerando questo trend, risulta interessante capire come cosa potrebbe succedere con un’eventuale terza dose del vaccino di Pfizer. Al momento non si sa niente, ma c’è da dire che tra la seconda e l’eventuale richiamo, se mai verrà fatto, dovrebbero passare anche oltre sei mesi, molto di più della differenza tra la prima e la seconda dose.

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