Gli smartphone al giorno d’oggi hanno un ruolo praticamente di primaria importanza all’interno della routine sociale di ognuno di noi, essi infatti spesso sono l’unica porta di accesso alla comunicazione con chi ci sta intorno, elemento amplificato dall’incredibile e profondo legame che i social hanno assunto con i piccoli device.

Questa contesto porta i dispositivi tascabili a smerciare dati qua e la ogni giorno, trasferendo e ricevendo informazioni continuamente, info ovviamente trasferite sfruttando la rete dati a cui essi sono connessi.

Stando all’ultimo “Mobility Report” pubblicato da Ericsson, il consumo dati medio per ogni utente nel mondo si è attestato a circa 10Gb al mese nel 2020, un valore abbastanza importante che, secondo le previsioni, dovrebbe addirittura salire a 35Gb nel 2026.

 

La distribuzione dei consumi

Andando nello specifico, le aree geografiche presentano i consumi più elevati sono quelle in cui lo smartphone risulta sostanzialmente l’unico snodo di accesso al mondo connesso, parliamo di quelle zone in cui non sono diffuse le aree WiFi casalinghe o pubbliche e che dunque si basano unicamente o quasi sulla connessione dati, ne è un esempio l’India, con 14,6 Gb di dati utilizzati in media da ogni utente, ma il vero record lo segnano gli stati del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrain e Oman) con 18,4 Gb.

Europa e Stati Uniti segnano invece dei valori decisamente inferiori grazie alla maggiore presenza di modem wifi casalinghi, numeri però destinati a crescere per la sempre maggiore diffusione che i vari modem portatili stanno attraversando, essi offrono una rete wifi ma si agganciano alla rete dati per connettersi con il web.

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