Uno studio spagnolo su 663 volontari pubblicato qualche settimana fa su Nature spazza via i dubbi circa la possibilità di mixare diversi vaccini fra loro. La pratica è efficace, e la reazione immunitaria scatenata è altrettanto potente.

Alla luce delle ultime disposizioni in merito alla somministrazione del vaccino Astrazeneca, appare chiaro come coloro che abbiano già ottenuto la prima dose del siero anglo-svedese e abbiano un’età inferiore ai 60 anni debbano necessariamente ricevere la seconda dose di un siero differente.

Ricordiamo che Pfizer-BioNTech è un vaccino a RNA messaggero, che porta all’organismo le istruzioni per produrre autonomamente la proteina spike (in tutto identica a quella del virus) e attivare così la risposta immunitaria. Vaxzevria di Astrazeneca invece è un vaccino più “classico”, detto a vettore virale.

Come combinare le due cose, considerando i differenti tipi di meccanismo su cui si basano i due vaccini?

 

Mix-and-match, somministrare due vaccini diversi non compromette l’efficacia della vaccinazione

Lo studio condotto dal Carlos III Health Institute di Madrid e pubblicato negli scorsi giorni ha dimostrato che, indipendentemente dalla natura del vaccino, le due dosi sono sufficienti a scatenare un’adeguata risposta immunitaria.

Il metodo con cui è stata condotta la ricerca è il seguente: due terzi dei 663 partecipanti allo studio, cui era già stata somministrata la prima dose di vaccino Astrazeneca, ha ricevuto il richiamo con Pfizer. Le restanti 232 persone non hanno ancora ricevuto la seconda dose.

Nel primo gruppo, in cui il ciclo vaccinale è stato quindi completato grazie al mix, i soggetti partecipanti hanno cominciato a produrre “livelli di anticorpi molto più elevati rispetto a prima”, si legge nello studio, “e questi anticorpi nei test di laboratorio sono stati in grado di riconoscere e inattivare Sars-CoV-2”.

E il gruppo di controllo? “I partecipanti che non hanno ricevuto il richiamo non hanno registrato alcun cambiamento nei livelli di anticorpi”. A dimostrazione che ad innescare il boost della risposta anticorpale è stato proprio il richiamo con Pfizer.

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