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Attualmente in Italia vengono somministrati quattro vaccino. Due di questi, quelli a vettore virale, sono quelli che tra gli effetti collaterali hanno il rischio di trombosi, di complicanze tromboemboliche causate da coaguli di sangue. Queste reazioni reazioni avverse sono state studiate a fondo, perlomeno per quanto riguarda l’incidenza e ci sono aspetti importanti da sottolineare.

In genere gli eventi tromboembolici sono uguali in numero a quello della normale popolazione. Detto questo, ci sono eventi del tutto particolari che sono la trombosi dei seni venosi cerebrali e la trombosi delle vene splancniche le quali portano ad altri sintomi pericolosi come emorragie gravi.

Come già eventi, queste trombosi hanno un’incidenza maggiore nelle persone sotto i 60 anni, soprattutto in donne; più si scende con l’età più sembrano comuni. Ecco i dati della frequenza secondo le autorità europea riportata anche dall’AIFA.

 

Trombosi: la frequenza dell’effetto collaterale

Con i dati aggiornati solamente ad inizio aprile, si parla di 169 casi di trombosi dei seni venosi cerebrali e 53 casi delle vene splancniche su un totale di 34 milioni di dosi somministrate, esclusivamente AstraZeneca. Quindi quando si parla di casi gravi l’incidenza è di 6,5 casi per milione di soggetti vaccinati con almeno una dose.

Se invece si parla di casi meno gravi di trombosi venose in sedi atipiche, questo numero diventa un caso ogni 100.000 vaccinati. In Italia l’incidenza sta risultando più bassa, 0,45 casi ogni 100.000 dosi mentre nel regno unito è leggermente più alta con un caso ogni 78.000 dosi. Sarà interessante vedere i dati aggiornati invece per le somministrazioni sui più giovani.

FONTEAIFA
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