Il suo nome è Virkill, ed è fra i primi tessuti anti-Coronavirus di stampo italiano. Usarlo per produrre le divise di camerieri, chef, bartender e addetti alle pulizie consentirà di riaprire bar, ristoranti e alberghi garantendo massima sicurezza.

L’idea dell’azienda italiana Italtex colpisce nel segno con un tempismo da manuale. Con l’avvicinarsi della stagione estiva, infatti, sarebbe aumentata la richiesta di dispositivi di protezione per assicurare ai lavoratori del settore e ai clienti serenità nel frequentare questi luoghi di aggregazione. Il tessuto prodotto dall’azienda, invece, incarna perfettamente queste caratteristiche dimostrandosi al contempo antibatterico e antivirale.

Virkill, il tessuto antivirale aiuterà le attività di ristorazione a riaprire ai clienti

La presentazione del nuovo materiale è avvenuta in un boutique hotel di Milano: l’azienda, già ampiamente nota per il proprio contributo alla produzione di tessuti in seta per l’abbigliamento femminile, ha esposto le caratteristiche del suo ultimo ritrovato.

Non si tratta di una novità in senso assoluto: il mercato dei tessuti antimicrobici è in crescita in tutto il mondo. Entro il 2026 potrebbe raggiungere un valore di 20,5 miliardi, con un trend in evoluzione tale da segnare una crescita di quasi il 200% rispetto ai dati 2019 (anno in cui lo stesso mercato valeva 10,48 miliardi di dollari).

Ma come funziona Virkill? Il tessuto ha una particolare composizione, che include delle nano-particelle di rame fuse nel filo della trama. Questa peculiarità consente al tessuto di preservare la propria azione antimicrobica (un po’ come avviene nella mascherina tech di cui abbiamo parlato qualche mese fa). Il rame presenta proprietà antibatteriche e antivirali, ed essere incorporato nel tessuto stesso gli permette di mantenersi in azione a lungo, diversamente dai normali trattamenti antivirali della superficie che potrebbero perdere l’effetto nei vari lavaggi.

L’efficacia di questo tessuto è stata testata in laboratorio, ottenendo la certificazione ISO 18184:2019. L’ente ha infatti constatato un indice Mv (indicante l’attività antivirale del tessuto) di 3.25, che vuol dire efficacia al 99,9% nell’inattivare il Sars-CoV-2.

Un orgoglio italiano che speriamo venga riconosciuto e valorizzato, oltre che impiegato per far fronte al Covid.

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