Al giorno d’oggi nel 2020 la connessione a Internet si può definire a tutti gli effetti come un bene inalienabile ed essenziale ad ogni persona, essa infatti ci permette di compiere si azioni molto semplici come guardare serie TV, ma anche ben più complesse come gestire il conto in banca o, come accaduto durante il lock-down, lavorare in sessioni smart working.

Ciò pone ovviamente al centro delle attenzioni la rete, la quale deve essere performante, aggettivo che si deve necessariamente tradurre in velocità, bassa latenza e stabilità, generalmente features offerte dalla connessione a fibra ottica, la quale però per sfortuna non sembra essere proprio ancora al top ovunque nella nostra Nazione.

Spesso capita infatti che alcune zone risultino ancora scoperte da questa rete o che comunque quella presente soffra di malfunzionamenti dovuti a banali sovraccarichi, i quali però si ripercuotono in lunghe attese in totale assenza di rete, mancanze di servizio che però ovviamente non vengono stornate in bollette.

Rimborsi per il malfunzionamento ?

Ovviamente tutti gli utenti si chiedono se è possibile accedere ad un risarcimento per il disagio legato all’assenza di rete e di copertura, dal momento che i giorni senza servizio non è giusto che siano ugualmente pagati.

Bene la risposta ci arriva da un caso che fa giurisprudenza, infatti recentemente il Corecom Umbria ha valutato l’istanza di un cliente infelice dei servizi forniti da WindTre, la quale ha erogato una connessione lenta che ha portato a non pochi disagi l’utente, il quale a sua volta ha chiesto 800 euro come rimborso, dal momento che non ha potuto accedere al servizio mobile e a quello dati, in questo caso parliamo di rete mobile.

La risposta dell’Agenzia è stata però negativa per l’utente, i motivi sono vari e si incentrano soprattutto sulla definizione di offerta mobile, la quale prevede la fruizione su quasi tutto il territorio nazionale con la possibilità in alcuni casi di riscontrare un calo di performances.

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