Operatori telefonici

È stata condotta un’inchiesta da Altroconsumo sui vai operatori telefonici presenti attualmente in Italia. L’obiettivo principale era quello di stilare due classifiche: la prima riguardante la qualità complessiva della rete, per la seconda invece, tenere conto dell’esperienza nei negozi fisici, e dunque della trasparenza che offrono a livello informativo e in fase di attivazione.

Gli operatori presi in considerazione dall’indagine sono in tutto 11 (anche virtuali) e sono TIM, Vodafone, Wind, Tre (i dati elaborati risalgono a prima della fusione), Iliad, PosteMobile, ho. Mobile, CoopVoce, Fastweb, Kena Mobile e Tiscali Mobile.

La qualità della rete ha visto la sua fase di test tramite CheBanda, l’app di Altroconsumo dedicata proprio a questo scopo. I risultati ottenuti dopo 120.000 test vedono le infrastrutture di Vodafone in testa, dopo ci sono quelle di TIM, WindTre e Iliad.

Rispetto ai dati registrati lo scorso anno, tutte le compagnie hanno mostrato un incremento delle performance, in particolare Iliad e Wind-Tre (+70%).

 

Operatori telefonici: il secondo ciclo di test mette sotto osservazione anche gli operatori virtuali

Successivamente, è stato condotto anche un altro ciclo di test includendo anche gli operatori virtuali, ossia quelli che si appoggiano alle reti di un altro provider per l’erogazione del servizio. In questa casistica i test effettuati sono stati 7.440 e hanno visto il loro svolgimento in sei città italiane. L’esito è stato abbastanza chiaro: gli operatori virtuali hanno maggiore potenza in città piuttosto che in provincia, dove le infrastrutture sono meno presenti e più deboli. Le performance, inoltre, risultano molto inferiori rispetto agli operatori su cui si appoggiano.

Va precisato inoltre che tutti i test sono stati condotti prima dell’emergenza Covid-19, e quindi anche che il maxi-decreto “Cura Italia” introducesse delle misure per fronteggiare “la crescita dei consumi dei servizi e del traffico sulle reti di comunicazione elettroniche”.

Urge ora passare alla seconda classifica, ovvero quella che concerne i punti vendita. In totale, quelli presi in considerazione stati 180 in sei città: Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo e Padova. Nell’assegnazione dei punteggi si è tenuto in considerazione di quattro cose: trasparenza, qualità delle informazioni, il tipo di profilazione del cliente e il processo di attivazione. Dunque, non tanto importante la convenienza delle tariffe, quanto lo è la chiarezza con cui vengono comunicate al cliente, e dopo attivate.

Più della metà dei negozi (precisamente il 60%) è cascato sui costi di attivazione, in quanto non sono stati quantificati con precisione. In particolar modo, in questa cerchia rientrano gli operatori Tre, Coop Voce e Kena Mobile. Il discorso è uguale anche per i costi extra-soglia, spesso non tenuti bene in considerazione, i quali vengono comunicati in maniera sbagliata. Non bene anche dal punto di vista delle informazioni relative alle penali, dove Vodafone e Wind hanno il 50% di risposte scorrette al consumatore.

Prendendo in esame la prima classifica insieme alla seconda, vedremo che leader del mercato, come TIM e Vodafone, hanno una comunicazione poco trasparente nella propria rete di vendita. Mentre, realtà più piccole come Iliad, Poste Mobile e Tiscali Mobile, hanno una maggior chiarezza nell’esporre le informazioni utili ai potenziali clienti.

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