immuni

In questo 2020 all’insegna della pandemia di Coronavirus, noi tutti abbiamo sentito parlare dell’applicazione Immuni, la piattaforma sviluppata da Bending Spoons per commissione dello Stato italiano pensata per aiutare nella prevenzione dell’infezione e nel distanziamento sociale, essa infatti sfruttando la connessione bluetooth, segnala agli smartphone vicini con a bordo l’app il proprio stato sanitario, in modo da avvisare e ricevere avvisi in caso di vicinanza a chi è stato in contatto con il virus.

La seconda ondata di contagi ha riportato molto in auge l’applicazione, si prevede infatti l’arrivo a ben 9 milioni di download nell’arco del fine settimana attuale, un dato molto incoraggiante, ma ridimensionato da quanto accaduto in Veneto, regione italiana con un costante (ed elevato) numero di casi e quarta in tutta Italia per numero di download dell’applicazione.

Nonostante quest’ultimo dato sia molto confortante, qualcosa però è andato storto, talmente tanto da vanificare interamente l’utilità dell’applicazione, vediamo cosa è successo.

Positivi o negativi ?

Secondo i dati ricavati da un’inchiesta del Corriere del Veneto è emerso che praticamente in tutta la regione nessun codice utenti positivi è mai stato inserito nel database di Immuni, non serve riflettere molto per capire che qualcosa non torni.

Stando alla norma, ogni utente risultato positivo, dovrebbe in automatico procedere alla segnalazione del suo status, il quale verrebbe inserito nel database e poi segnalato a tutti coloro con cui è stato in contatto, il tutto ovviamente prima validato dai servizi sanitari previo controllo.

A quanto pare però in Veneto tale concetto non è stato molto recepito, infatti nel database non risulta attualmente inserito nessun codice di positività a fronte di un numero di contagiati elevatissimo.

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