canone RAI e bollo auto

Annoverabili tra le tasse più odiate dagli italiani, il Bollo auto e il Canone RAI sono stati frequentemente oggetto di discussione per una loro possibile abolizione.

Si tratta di un provvedimento che sarebbe dovuto essere discusso in questi anni, soprattutto dopo che l’allora Vice Premier Luigi Di Maio, ministro del Ministero per lo Sviluppo Economico, aveva depositato una proposta di legge per l’abolizione di Canone Rai e Bollo Auto grazie alla diminuzione dello spread con gli altri Paesi Europei.

Sono decenni che si parla di questa possibilità, ma concretamente nulla è mai cambiato. Di fatto, il Bollo in alcuni Stati europei non esiste neppure, o è stato rimosso tempo fa. Sul Canone, la novità principale l’ha introdotta Renzi con il pagamento in bolletta anziché separato rispetto alle utenze, calmierandone il costo e permettendo una riduzione del tasso di evasione di quest’imposta.

Canone Rai e Bollo auto: aspettavamo questa notizia, ora sappiamo che fine ha fatto la proposta di abolizione

In questi anni, dunque, il tema dell’eliminazione di queste sue tasse è tornato alla ribalta. Al tempo stesso, però, le strategie proposte per compensare la mancanza di introiti da questi due pagamenti non sono risultate sufficienti a giustificarne l’abolizione.

Basti pensare che, annualmente, il Canone permette allo Stato di incassare 1 miliardo di euro, da reinvestire in altri settori, mentre il Bollo Auto assicura alle Regioni una liquidità di 6 miliardi di euro, che qualora mancanti per l’abolizione di questa tassa, andrebbero compensati in egual misura da parte delle casse dello Stato.

Fermo restando quindi l’incompatibilità momentanea delle soluzioni trovate con la possibilità di dire addio a queste imposte, è giunta conferma ufficiale dal Governo che soprattutto alla luce della pandemia in corso e della crisi economica che da essa sta derivando, non sarà possibile intervenire su imposte che i cittadini sono già abituati a considerare: i soldi mancanti da quelle andrebbero reintegrati aumentando altre tasse o creandone di nuove. Per questo motivo, dovremo rinunciare al “sogno abolizione” per almeno qualche anno ancora.

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