Jonathan Galindo: chi è quell'uomo mascherato che porta i bambini a morire

Negli ultimi mesi si sta diffondendo nella rete un’inquietantissima foto ormai conosciutissima da tutti. L’arrivo della piattaforma di ricerca ha certamente avuto i suoi vantaggi, ma se utilizzata male può provocare moltissime conseguenze gravi. Una di queste vede come elemento fondamentale il famoso personaggio “Jonathan Galindo“. Un personaggio del tutto inventato che porta i bambini a commettere atti di autolesionismo o addirittura al suicidio. È uno dei casi emersi nell’ultima settimana quello dell’11enne che si è scaraventato nel vuoto dopo aver scavalcato il balcone dal settimo piano.

 

Jonathan Galindo: tenete lontani i vostri bambini dal web

Il bambino originario di Napoli scrisse prima di morire: “Mamma, papà vi amo ma devo seguire l’ uomo col cappuccio che ho davanti…non ho più tempo…”. Ciò ha fatto allarmare ovviamente le autorità che stanno ancora indagando sul caso. Ad ogni modo chi è Jonathan Galindo? Egli ha le sembianze di Pippo con il volto spaventosamente deformato e colpisce ragazzini di età compresa dai 10 ai 14 anni. La figura è riemersa dopo ben 10 anni (e non solo), quando il make up artist postò ignaramente sul suo profilo la foto del suo capolavoro horror.

La pericolosa figura oggi si trova su FacebookInstagram ma anche su Tik Tok. Jonathan manda un “invito” tramite un link e propone di entrare in un gioco facendo leva sul senso di sfida degli adolescenti. Dopodiché arrivano le varie prove di coraggio sempre più estreme che sfociano nell’autolesionismo, come quelle di incidersi la pelle.

La Dottoressa Maddalena Cialdella (Psicologa psicoterapeuta Responsabile associazione Aires centro clinico per il trattamento del disagio in età evolutiva) ha spiegato: “Una delle caratteristiche più importanti di questi approcci è quella di richiedere all’adolescente, di tenere il segreto e non parlare con nessuno delle prove.

I bambini a questa età hanno bisogno di capire quali sono i propri limiti e se sono capaci di travalicarli, ecco perché accettano le sfide.

C’è anche un altro elemento che è quello della curiosità e dello sperimentare cosa si è in grado di fare. Questi personaggi lodano e rinforzano l’autostima delle loro vittime che in tal modo si sentono adeguate, capaci e forti. Ciò li induce a voler fare sempre di più così come viene loro richiesto. Ed è proprio questo il processo per cui si rimane all’interno di una relazione tanto malata”.

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