Il mondo della tecnologia si sta evolvendo a ritmi strepitosi. Solo la pandemia è riuscita a fermare in parte lo sviluppo di alcuni settori, anche se sembra che ogni anno siano destinati ad essere presentati prodotti sempre più futuristici. Basti pensare alla fotocamera sotto al display di Xiaomi, oppure le nuove schede grafiche Nvidia, dalla potenza enorme rispetto alla generazione precedente. Ma uno dei settori in cui attualmente la ricerca sta investendo di più è proprio quello delle batterie. L’attuale problema tecnologico non deriva da limiti di potenza, ma da quelli di consumo. Nella progettazione di un nuovo device gli sviluppatori e gli ingegneri devono tener conto non solo del design e delle funzionalità, ma anche della durata della batteria.

Attualmente il mercato si sta dirigendo verso la ricerca di batterie in grado di ricaricarsi in brevissimo tempo. Sono già arrivate sugli smartphone top di gamma della batterie con ricarica rapida a 30W e anche oltre. Ma un’azienda californiana, la NDB, sta lavorando ad un progetto estremamente innovativo in questo campo, che mira alla creazione di batterie dalla durata illimitata.

 

NDB, batterie che durano tutta la vita

Le nuove batterie che ha in mente NDB dovrebbero essere pronte tra circa due anni, a seconda degli sviluppi del Coronavirus. Il futuro in questo settore non potrebbe essere mai stato così vicino. Il progetto per la produzione di queste batterie miracolose prevede l’impiego di nano-diamanti, ricavati dalle scorie delle centrali nucleari in giro per il mondo. Una soluzione che garantirebbe una durata della batteria praticamente illimitata, in grado di rivoluzionare il settore automobilistico e quello hi-tech. Stiamo parlando di una durata di 28.000 anni per garantire il funzionamento di alcuni piccoli sensori da mandare nello spazio magari; 90 anni per alimentare un veicolo e 9 anni per garantire il funzionamento di uno smartphone.

Alla base del progetto c’è il riuso della barre di grafite impiegate per la moderazione delle reazioni all’interno del nucleo di una centrale nucleare. Il materiale, divenuto ormai radioattivo, potrebbe essere reimpiegato dopo essere stato purificato e usato in laboratorio per creare dei diamanti artificiali al carbonio-14. In seguito, questi piccoli diamanti dovrebbero essere ricoperti di un sottile strato di carbonio-12, in grado di garantire la protezione dell’elemento e soprattutto la fuoriuscita di eventuali elementi radioattivi.

E sul fronte sicurezza? Secondo NDB non ci sarà da preoccuparsi. La radioattività emessa da queste batterie è inferiore a quella emessa dal nostro corpo. La sicurezza dunque sarà totale.

Non resta che attendere ulteriori sviluppi e verificare di persona tra un paio di anni di fronte a quali nuove tecnologie ci troveremo.

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