conti correntiIl nostro paese è stato per lungo tempo un paese di risparmiatori che tendono più a depositare i propri risparmi nei conti correnti piuttosto che investirli in nuove attività. D’altronde una delle leggi principali del mercato finanziario è la correlazione tra rischio e guadagno.

I titoli più remunerativi saranno sempre quelli che comportano un maggiore rischio di perdere il proprio investimento; di contro i titoli tripla A, molto sicuri, sono caratterizzati da un basso margine di profitto. Appare evidente dunque come in molti casi lasciare i propri risparmi depositati sui conti correnti sia il modo migliore di metterli al sicuro; un’altra garanzia è il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), una garanzia per tutti i correntisti in caso di liquidazione della banca.

Conti Correnti: cosa succederebbe in caso di fallimento del FITD

 

Il fondo interbancario viene finanziato dalle banche aderenti e garantisce una copertura fino a 100’000 euro per cliente. Inoltre il versamento da parte delle banche avviene solo ex post, quindi solo in caso di effettivo fallimento di una banca. Benché il fondo abbia già svolto il suo compito in passato anche se per banche di medie dimensioni.

Tuttavia in caso fosse una banca di grandi dimensioni a fallire, non è detto che il fondo possa coprire le perdite dei correntisti. D’altronde se a fallire fosse una banca con 5 milioni di clienti, ponendo una media di 15’000 mila euro per cliente, si parlerebbe di 75 miliardi di euro da rimborsare. Appare evidente dunque come un esborso del genere possa rappresentare un serio rischio per la stabilità del sistema bancario italiano che potrebbe non reggere una simile pressione.

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