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L’azienda del noto alcolico Campari non ci sta abbandonando definitivamente, ma si trasferirà in Olanda. Ad annunciarlo vi è la società del beverage, dopo il risvolto positivo dell’offerta iniziale. “Con il trasferimento della sola sede legale, che, ribadiamo, non contempla alcun cambiamento riguardo a organizzazione, gestione e operatività aziendale, e, soprattutto, prevede che la residenza fiscale del gruppo sia mantenuta in Italia, perseguiamo l’obiettivo chiave di potenziamento del nostro sistema di voto maggiorato a beneficio degli azionisti di lungo termine, e, dunque, l’adozione di una struttura flessibile del capitale che possa ulteriormente supportarci nel perseguimento di opportunità di crescita anche per acquisizioni di dimensioni rilevanti”, elabora il ceo del gruppo, Bob Kunze-Concewitz.

Campari addio: la rinuncia all’ITALIA per l’Olanda

Le modifiche verranno fatte entro luglio. Per quale ragione si è scelta l’Olanda come via di fuga?

L’Olanda è un paradiso fiscale europeo in quanto si pagano meno tasse e si controllano più facilmente i propri affari. Il diritto societario olandese, rispetto a quello degli altri Paesi europei, è estremamente più facile. A questo si aggiunge una tassazione sugli utili finanziari quasi nulla. Dunque le plusvalenze generate nel corso degli anni fiscali rimangono quasi del tutto nelle tasche dei proprietari delle aziende.

Tra i primi a trasferirsi c’è stata la Fiat, che ora si chiama Fca, ha portato la sede fiscale in Olanda dal 2014. Poi la MediaForEurope, la nuova holding che ha unito Mediaset italiana e spagnola. Ma anche Cementir, del gruppo Caltagirone, Eni, Enel, Exor, Ferrero, Prysmian, Saipem, Telecom Italia, Illy, Luxottica Group. Tutte si sono spostate a 4 chilometri dal centro di Amsterdam all’indirizzo Prins Bernhardplein 200.
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