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Tramite le parole di un ministro taiwanese, paese in cui TSMC ha la sede principale, conferma che non ci sono più ordini da parte di Huawei per la produzione di chip. Si tratta solo dell’ultima notizia che riguarda questa situazione controversa. Il colosso dovrà cercare altrove per far produrre i vitali processori per gli smartphone e le apparecchiature 5G.

L’impossibilità di sfruttare i poli produttivi della più grande fonderia a contratto del mondo per questo genere di prodotti è dovuta agli Stati Uniti. Prima hanno attratto TSMC con la messa in opera di un nuovo polo all’avanguardia sul suolo americano. Successivamente hanno redatto un nuovo regolamento che gli vieta di commerciare proprio con Huawei.

La mossa nello specifico riguarda proprio quest’ultima. Come spiega il ministro taiwanese, il divieto rimane solo con Huawei mentre le altre compagnie cinesi possono continuare a fare ordini. Il motivo riguarda sempre l’accusa di spionaggio mossa dal governo statunitense nei confronti del colosso.

 

Huawei e la necessità di produrre chip

Ovviamente non si tratta di un’arma a doppio taglio. A quanto si dice, TSMC ha già recuperato gli ordini persi con questa guerra commerciale grazie ad altre compagnie. Al contrario, Huawei si deve ancora trovare un’alternativa valida. All’inizio si pensava potesse essere Samsung, ma si è tirata indietro.

Le opzioni non sono molte, ma il risultato finale sarà sempre lo stesso, un calo delle vendite. Non una premonizione, ma solo un’ovvietà visto che qualsiasi sarà il nuovo produttore, la tecnologia non sarà all’avanguardia e i chip saranno meno potenti quindi anche gli smartphone.

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