TikTok, in seguito alle polemiche delle ultime settimane, ha deciso di rivelare maggiori informazione su come funziona realmente il suo algoritmo.

L’algoritmo basa i suggerimenti nella home sulle interazioni dell’utente, non solo i video più visti ma quelli piaciuti o condivisi, gli hashtag, gli account seguiti e i commenti. Inoltre, anche le preferenze nelle impostazioni hanno un peso (tra cui la lingua scelta) ma in minor misura poiché spesso non sono attendibili.

Anche Twitter e Youtube hanno algoritmo simili, che basano i suggerimenti sostanzialmente su tutto ciò che l’utente fa, dagli account seguiti, ai mi piace o commenti, le condivisioni, e così via. Tutto ciò che un utente fa fin da subito dopo la creazione di un nuovo account diventa fattore determinante per i suggerimenti della piattaforma. Nel caso di TikTok, per facilitare questo processo, quando un utente si iscrive per la prima volta verrà chiesto di scegliere alcune categorie.

Per coloro che non selezionano alcuna categoria, viene fornito un feed generico con tutti i video più popolari del momento. In questo caso subentrano mi piace, commenti, condivisioni, utenti seguiti. Diventano fattori presi in considerazione dall’algoritmo, così come per chi ha selezionato categorie di interesse durante la creazione dell’account, ma con tempistiche differenti. Talvolta, anche con un’attendibilità inferiore, poiché tra le categorie non selezionate potrebbe esserci qualcosa di nostro interesse.

TikTok spiega meglio ai suoi utenti in che modo l’algoritmo decide di consigliare un video piuttosto che un altro

Anche aggiungere un video ai preferiti o selezionare che non ci interessa influenza quel che l’algoritmo ci proporrà tra i suggerimenti. Tra i criteri spesso dimenticati, rispetto a quelli elencati probabilmente più ovvi, c’è la reale importanza che l’utente dà ad ogni singolo video. Un video visto più volte, e/o dall’inizio alla fine, influenza l’algoritmo più di un video visto a metà. Tra i fattori meno importanti c’è invece la geolocalizzazione, come accennato prima, poiché spesso si imposta una lingua o un luogo differente da quello in cui si vive realmente. O, talvolta, non si è interessati solo ad una zona specifica, che sia quella in cui viviamo o meno.

L’azienda ha anche precisato che le visualizzazioni non incidono sull’algoritmo. Un video con poche visualizzazioni e di un utente con pochi follower ha la stessa probabilità di essere tra i suggerimenti rispetto ad un video virale e/o di un account popolare. In quanto tale, a meno che un utente popolare di TikTok non abbia iniziato a pubblicare contenuti di cui sei particolarmente interessato, è improbabile che tu li veda nel tuo feed.

Detto questo, TikTok occasionalmente mostrerà contenuti che normalmente non vedresti per mantenere il feed diversificato. “Il tuo feed generalmente non mostrerà due video di fila realizzati con lo stesso audio o dallo stesso creatore. Inoltre, non consigliamo contenuti che hai già visto prima o qualsiasi contenuto considerato spam“, afferma l’azienda.

Per quanto l’algoritmo possa sembrare efficiente, l’azienda ha riscontrato alcuni problemi con i contenuti contenenti l’hashtag #BlackLivesMatter o #GeorgeFloyd, apparentemente nascosti e non visibili agli utenti. La stessa cosa è successa ad Instagram. Entrambe le aziende hanno dichiarato che sia solo un bug che coinvolge gli hashtag popolari che talvolta per questo motivo sono considerati spam e troveranno presto una soluzione.

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