IPTV e conseguenze: cosa rischia un utente italiano che usa la pirateria

Da ieri la Serie A è ufficialmente ripartita dopo la lunghissima pausa dovuta all’emergenza Coronavirus. Da qui sino ad inizio agosto, praticamente ogni giorno, si disputeranno le ultime giornate del campionato. La copertura delle partite, con gli stadi a porte chiuse, sarà affidata esclusivamente a Sky e DAZN. Come sempre, però, per tanti appassionati che sceglieranno le tv ufficiali, tante altre si affideranno all’IPTV illegale.

 

IPTV, le sanzioni per i trasgressori non sono mai state così aspre

Il ritorno della Serie A porterà ad una nuova popolarità per il cosiddetto pezzotto. Alla vigilia del campionato, su Telegram e su WhatsApp sono aumentati i canali ed i gruppi attraverso cui vengono condivise le reti per la visione dei canali di Sky e DAZN.

Ancora una volta, la scelta dell’IPTV per molti utenti è giustificata dal risparmio medio in confronto a quello delle classiche tv a pagamento. Nonostante i benefici sotto questo punto di vista, però, gli utenti che si affidano al pezzotto devono mettere in conto anche due pericoli non da poco.

Le leggi in Italia sono molto chiare ed almeno dallo scorso mese di settembre non ammettono ignoranza. Tutti coloro che si affidano all’IPTV illegale di base possono andare incontro ad una multa dal valore massimo di ben 30mila euro. Non c’è soltanto la sanzione amministrativa. Lo streaming illegale, infatti, rappresenta un reato penale e pertanto i trasgressori rischiano anche la reclusione in carcere. La sanzione in questo caso va da sei mesi ad un massimo di tre anni.

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