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La telefonia esiste ormai da 35 anni circa e fin da sempre, (a partire da modelli a dir poco datati come per esempio il Motorola DynaTAC 8000X, il Nokia Mobira Cityman900, il Nokia 6110, il Motorola StarTAC, ed infine il Nokia 3310) ha tenuto in serbo dei preziosi segreti, di cui pochi ne sono davvero a conoscenza. Sapevate che gli smartphone sono preziosi anche per la composizione di cui sono fatti? Difatti conservano delle quantità di oro, argento e terre rare che li caratterizzano.

Secondo uno studio E-waste Lab di Remedia in collaborazione con il Politecnico di Milano, un dispositivo contiene 9 grammi di rame, 11 grammi di ferro, 250 mg di argento, 24 mg di oro, 9 mg di palladio, 65 gr di plastica, 1 gr di terre rare (Praseodimio, Neodimio, Cerio, Lantanio, Samario, Terbio, Disprosio) e altri elementi valorosi contenuti in minuscole quantità, come cadmio, cobalto, rutenio.

Infine la batteria a ioni di litio che ospita circa 3,5 g cobalto, 1,0 g terre rare (Nd, Eu, Ce e Tb). Se ci si aiutasse con tutti i dispositivi venduti in Italia in un anno, il valore salirebbe a 195 milioni di euro.

Il tasso di riciclo di un cellulare va oltre il 96%. Ciò significa che la percentuale dei materiali che lo compongono, se l’apparecchio viene correttamente conservato, possono essere recuperati. Dando dei benefici economici (da 50.000 cellulari riciclati si ottiene oltre 1 kg di oro) e ambientali: un dispositivo pesa circa 75 grammi, ma l’estrazione dei suoi ingredienti dalla Terra richiede lo scavo di 30 kg di roccia; il suo riciclo evita l’emissione 0,211 kg di Co2 e determina un risparmio di energia di 1 Kwh.

 

 

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