renault in crisi

Una clamorosa notizia rimbalza dall’etere francese, poiché sembra che Renault potrebbe rischiare il fallimento se non riuscirà in tempi brevi a riorganizzare la loro infrastruttura per superare la crisi economica post Coronavirus. La conferma di questo scenario è arrivata dalle parole del Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, il quale è atteso per una decisione importante nello sbloccare un prestito da 5 miliardi di euro per salvare la Renault.

Oltre a ciò la storica casa automobilistica francese avrebbe individuato una strategia di risparmio che permetta di mettere a bilancio circa 2 miliardi di euro, ma ciò passerebbe dalla chiusura di quattro siti in patria: Flins, Dieppe, Choisy-le-Roi e le Fonderies de Bretagne.

Diretto interessato dalla crisi della casa transalpina è lo stesso governo, visto che è azionista al 15% e già nel 2019 aveva chiesto ai vertici Renault di sanare lo squilibrio dei bilanci. La situazione del lockdown ha aggravato ulteriormente la crisi aziendale, poiché il mercato delle nuove auto nel mese di aprile in Europa ha perso 3/4 del suo fatturato complessivo.

 

Renault in crisi: rischio chiusura e migliaia di persone a casa

Con lo spauracchio delle chiusure degli stabilimenti all’orizzonte, in Francia i sindacati sono scesi sul piede di guerra contro i possibili maxi licenziamenti dei dipendenti. Sarà dunque importante capire come si muoverà Renault nei prossimi giorni, poiché è atteso un incontro tra i vertici aziendali e i sindacati, le cui quattro organizzazioni saranno ricevute separatamente dalla direzione.

Tutti vogliono evitare la chiusura e si dovrebbe varare un piano di ristrutturazione degli stabilimenti in modo di tornare competitivi. Uno dei principali indiziati che sarà trasformato è l’impianto di Flins vicino a Parigi, il quale conta 2.600 dipendenti. Dalla catena di montaggio ad oggi escono la Nissan Micra per conto del partner nipponico, e la piccola auto elettrica Zoe. 

Secondo le indiscrezioni avanzate dal quotidiano economico “Les Echos”, la dirigenza potrebbe operare un taglio netto all’attuale produzione, accorpare i 263 dipendenti della fabbrica di Choisy-le-Roi (specializzati in ricondizionamento di parti meccaniche) e dare il via a nuovi progetti. Le linee produttive stanno via via sparendo dal territorio francese verso i paesi dell’Est Europa, mentre in patria potrebbero essere prodotte nuove vetture elettriche e/o le relative batterie. 

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