honda toyota renault ford

Il settore automobilistico torna a far parlare di sé: dopo le inchieste sorte contro Renault ed il problemi vantanti dalle auto Ford, oggi anche Toyota e Honda hanno deciso di ritirare delle vetture del mercato ed il tutto a causa della sicurezza. Gli ultimi due anni, dunque, si sono rivelati molto difficili per alcune società del settore, le quali hanno dovuto fare i conti anche con i propri consumatori e l’opinione pubblica nei confronti del loto marchio.

Senza ulteriori indugi, però, scopriamo in particolar modo cosa è accaduto per le due società asiatiche.

Honda e Toyota: milioni di auto richiamate in fabbrica a causa degli airbag malfunzionanti

Attraverso le comunicazioni ufficiali rilasciate dalle stesse aziende, oggi sapere come mai diverse migliaia di auto siano state richiamate in fabbrica è possibile. Entrambe le società, infatti, hanno riscontrato dei problemi di sicurezza inerenti agli airbag: essendo questi dispositivi di sicurezza di vitale importanza, una modifica è risultata necessario e obbligatoria.

E’ quindi così che Toyota ha richiamato in fabbrica circa 3,4 milioni di automobili su livello globale seppure la maggior concentrazione è stata negli Stati Uniti.

Tale operazione ha riguardato degli specifici modelli di automobile che montavano nel loro sistema airbag il computer ZF-TRW, del quale sono stati rilevati dei malfunzionamenti. In particolare le modifiche sono avvenute sulle auto:

  • Corolla;
  • Matrix;
  • Avalon.

Le vetture richiamate in fabbrica da Honda, invece, sono state circa 2 milioni e tutte circolanti nei territori statunitensi e canadesi. In questo caso, la società ha deciso di effettuare questa operazione dopo che l’intervento di diverse cause giudiziali hanno rivelato un grave problema col il sistema airbag installato su determinate vetture, tra cui l’esplosione della scocca in pericolosissimi frammenti di metallo. I provvedimenti hanno riguardato:

  • Accord;
  • Civic;
  • CR-V;
  • Odyssey;
  • Ev-plus.
VIAQueChoisir
FONTEIl sole 24 ore
Articolo precedenteAumenti telefonici: clienti Tim infuriati, ecco le offerte colpite
Articolo successivoSmartphone tracciati: il GPS diventa uno strumenti per spiarci