L’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna ha raggiunto un primato pressoché unico nella sua storia, ha infatti con successo ricostruito un’intera caviglia con l’ausilio della stampa 3D, la quale è poi stata impiantata nell’articolazione del paziente, che a seguito di un’incidente era stata ritenuta inoperabile, togliendo la totale motilità della stessa al paziente.

Si tratta della prima volta nel mondo, la notizia però è stata diffusa solo a seguito del totale recupero della mobilità articolare della caviglia presa in esame.

L’approccio

Vista la gravità della lesione, la quale aveva stravolto completamente l’anatomia dell’articolazione talo-crurale, o tibio-astragalica, comunemente detta caviglia, l’approccio ha dovuto assumere un aspetto particolarmente personalizzato, a cui ha collaborato un equipe composta da: chirurghi e ortopedici del Rizzoli, affiancati da ingegneri dell’Università di Bologna, tutti capitanati dal professor Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica I.

Il primato è senza dubbio assoluto, dal momento che il paziente ha recuperato la motilità della caviglia ben 13 anni dopo l’evento traumatico.

Ma questo è solo uno dei record che il palmares del Rizzoli di Bologna può vantare, infatti sempre lo stesso istituto ha con successo, trapiantato delle vertebre in un paziente di 77 anni affetto da tumore osseo e trapiantato coste e parte dello sterno in un altro paziente colpito sempre da tumore alle ossa.

Il risultato ottenuto dall’Istituto ha le carte in regola per essere una pietra miliare nella storia delle medicina e del binomio che essa può creare con la stampa 3D, la quale sta portando sempre più innovazioni a livello di trapianti di organi creati (o stampati) appositamente.

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