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Nelle ultime settimane si discute molto riguardo l’atto di pignoramento dei conti correnti per via dell’ultima azione legalizzata che riguarda il Fisco descritta nella Legge di Bilancio. Secondo quanto descritto, nei casi opportuni, il Fisco, può intervenire per il pignoramento del conto corrente. Si tratta di un atto con il quale si preleva forzatamente l’intero ammontare dei soldi all’interno del conto corrente di un contribuente per un valido motivo nel caso in cui l’utente in questione non possiede immobili o mobili da mettere in garanzia.

Ecco quali sono le novità a riguardo.

Fisco e pignoramento del conto corrente: ecco quali sono le novità

Il compito svolto da sempre da Equitalia è svolto adesso dal Fisco con dei poteri molto più ampi rispetto a quelli precedenti. Ad oggi, in seguito alle modifiche apportate, per procedere con il pignoramento non è necessario la presenza di un giudice per dichiarare la legittimità e il prelievo forzoso. Questa pratica, inoltre, può essere eseguita soltanto in casi estremi e solo se il contribuente sul conto corrente possiede abbastanza denaro per saldare l’intero debito.

Il contribuente ha comunque un tempo massimo di sessanta giorni per decidere la soluzione migliore per le sue esigenze. Può scegliere se sanare il debito in un’unica soluzione, richiedere una rateizzazione o richiedere la procedura di prelievo forzoso.

In assenza di una decisione da parte del contribuente oltre il termine previsto, il Fisco e l’Agenzia delle Entrate possono procedere con la pratica del pignoramento del conto corrente dell’utente.

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