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Sono passati appena pochi giorni dalle prime misure sanitarie per limitare il contagio da Coronavirus e la Milano dei grandi brand cambia radicalmente il suo profilo. La Citylife milanese, cuore pulsante della metropoli vivacemente costellata da negozi ed uffici, ha subìto uno stop. Ma non si parla di un arresto della produzione, piuttosto di una nuova modalità di lavoro, il cosiddetto smart working: detto in parole povere, il lavoro facile che si può svolgere tranquillamente da casa. Questa l’iniziativa promossa da Generali e Allianz che ha consentito a centinaia di dipendenti di restare nelle proprie abitazioni e svolgere da lì il proprio lavoro. Lo smart working ha ad esempio permesso ad Allianz di dimezzare il personale presente nella propria sede che normalmente conta oltre 2 600 dipendenti. Per coloro che invece non possono far altrimenti che andare, la società ha stabilito orari di entrata ed uscita molto flessibili, in modo tale da decongestionare il rientro in gruppo dei lavoratori. Dal canto suo anche Generali ha adottato misure molto simili: per chi era già abituato a lavorare in remoto qualche giorno alla settimana, è stata ora data la possibilità di farlo con la maggior frequenza possibile.

 

Calo dell’assenteismo e aumento della produttività

Visitando la sede dei due colossi si ha come l’impressione che il tempo si sia fermato: luoghi di comune frequentazione come mensa, bar, sale conferenza sono desolatamente deserte. Un’apparente paralisi che in realtà nasconde tutta una serie di vantaggi sul lavoro smart: assenteismo in calo con conseguente aumento della produttività, oltre che risparmio sui trasporti e riduzione dell’ inquinamento. Le risorse umane sono convinte che quando l’emergenza sarà passata, lo smart working potrebbe diventare un modello organizzativo vincente al di là della crisi sanitaria, capace di tutelare il personale mantenendone alto il rendimento.

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