AgcomSembra ormai definitiva la decisione in merito all’aliquota del 3% per i fornitori di video on demand in Italia ma con sede all’estero. Questa la tematica affrontata di recente dall’Agcom per favorire i produttori indipendenti.

Il consiglio dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha considerato questo provvedimento attendendosi alle ultime novità in campo legislativo introdotte con il decreto legge 28 Giugno 2019 n.59, poi modificato ad Agosto in un secondo momento. Dietro questa decisione c’è Angelo Marcello Cardani, che presidia l’Agcom e che sarà rinnovato in Parlamento nelle prossime ore, per l’esattezza domani 18 febbraio.

Agcom e aliquota del 3% sui servizi on demand: tutte le ultime novità e le decisioni prese

Cardani ha dunque deciso di attenersi al criterio secondo il quale l’assenza di un’effettiva sede operativa sul suolo italiano dovrebbe comportare un aumento del 3% dell’aliquota per questi servizi. Senza alcun dubbio è un argomento che può dividere. Come accennato all’inizio, l’Agcom ritiene che tale aumento sia in contrasto con il diritto dell’UE.

In seguito alla proposta del relatore Antonio Martusciello al Consiglio viene raccomandato che per promuovere un livello adeguato di investimenti a favore di tutte le opere audiovisive europee sia previsto un fondo del 3% generato dalle entrate dei servizi di media audiovisivi a richiesta. La misura è coerente con l’intento di promuovere una crescita bilanciata del sistema audiovisivo nazionale in seguito alle modifiche legislative. L’Agcom a riguardo ha anche dichiarato che trasmetterà una segnalazione al Governo il prima possibile. Non ci resta che aspettare per vedere come si evolverà la situazione.

Articolo precedenteTIM e Santander: nasce la Joint Venture per il credito al consumo
Articolo successivoAmazon introduce le stellette per combattere le recensioni false