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C’era molta attesa per la prima serie interamente italiana tra le nuove proposte di Netflix, visto che su Sky sono andate in onda degli show in grado di conquistare platee ben oltre i confini del nostro paese. Tutto lasciava credere che Luna Nera potesse essere un titolo in grado di sbaragliare le classifiche dei serial più visti sulla piattaforma. Ma i critici hanno già bocciato la produzione italiana, nonostante i prodromi per fare bene ci fossero eccome.

Per chi non ha ancora visto un episodio, Luna Nera è ambientata nell’Italia dei tanti regni dei signorotti locali del XVII secolo, un periodo dominato dalle belle arti ma anche da una grande incertezza culturale negli strati più bassi del volgo. In questo scenario si muove la protagonista Ade, giovanissima levatrice accusata di stregoneria per la morte di due neonati in seguito a complicazioni. Ma mentre la nonna finisce sul rogo, la ragazza trova la fuga e un luogo sicuro dall’incontro con tre streghe che la aiutano a sviluppare il suo potenziale magico.

La possibile fortuna di Luna Nera è proprio l’universo fantasy poco battuto dalle produzioni italiane dell’ultimo ventennio, scottate probabilmente da orribili serie come Fantaghirò. Dunque la scelta di non restare nella “confort zone” delle tematiche sociali tra criminalità organizzata o politica è da salutare con coraggio, ma giocare nello stesso campo delle grandi produzioni fantasy internazionali è ben altra cosa.

 

Luna Nera: la serie tv italiana sbarca su Netflix ma delude

Il perché di questa bocciatura parte subito dall’adattamento dall’omonima saga letteraria di Tiziana Triana, poiché Luna Nera vanta una sceneggiatura infarcita da  dialoghi improbabili e immagini che non stimolano mai lo spettatore a cercare l’indizio anticipatore di ciò che avverrà. Nonostante una squadra di sceneggiatrici come Laura Paolucci e Francesca Manieri già premiate per serie del calibro di Gomorra e L’Amica Geniale, e due registe che non hanno bisogno di presentazioni Francesca Comencini e Susanna Nicchiarelli, la serie si preannuncia un disastro prima ancora di terminare la stagione su Netflix.

Anche le interpretazioni dei personaggi non coinvolgono lo spettatore, poiché sembra che tutti gli attori siano in qualche modo tirati nella parte o per nulla calati nei panni di streghe e inquisitori. Non può mancare la solita storia d’amore tra la protagonista e il belloccio di turno, quasi che stessimo ancora leggendo di Montecchi e Capuleti.

Insomma, Luna Nera non è un’idea malvagia in sé ma è solo un’altra occasione per uscire dai cliché della narrazione del nostro paese, e resta il timore che questo flop possa contribuisce a costruire ostacoli per le successive produzioni fantasy italiane.

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