Gli operatori italiani sono purtroppo noti agli utenti per non aver utilizzato politiche di trasparenza verso i clienti, soprattutto nell’ultimo decennio.

Il risultato è stato una graduale sfiducia nei confronti delle società di telefonia, che si è sommato ad una concorrenza sempre più aspra tra le stesse, per dare come risultato la perdita di 11 miliardi di utili in 9 anni.

Questo non è dipeso esclusivamente dalle clausole contrattuali non fatte presenti al momento della stipula, o ai costi nascosti emersi solo successivamente. Si deve includere nelle concause anche la fatturazione a 28 giorni, che dopo anni è stata riconosciuta come illegale e multata dall’AGCOM.

Tutto ciò ha contribuito a creare un clima di diffidenza verso gli operatori. Ma c’è anche un altro metodo con cui i gestori di telefonia riescono ad incrementare i propri guadagni a discapito degli utenti: si tratta dei VAS.

Credito svuotato: la colpa è dei VAS di Tim, Vodafone, Wind e Tre

L’acronimo VAS corrisponde a Servizi a Valore Aggiunto, e individua una serie di servizi che possono essere addizionati al proprio piano standard o alla promozione stipulata per completare l’offerta. Si tratta ad esempio di giochi, suonerie, oroscopi, news, la cui attivazione ha un costo non incluso nel prezzo già pagato per il proprio bundle.

Spesso si configurano come abbonamenti, e non appena attivati sottraggono la quota corrispondente al servizio direttamente dal credito telefonico. Pertanto i clienti si ritrovano con il credito a zero, senza sapere neppure come.

Il più delle volte, infatti, questi VAS vengono attivati inconsapevolmente da parte del cliente, anche solo per aver fatto un tap sbagliato su un banner o su un reindirizzamento. Per legge dovrebbe arrivare un SMS che confermi l’attivazione del servizio, ma soprattutto nelle persone meno esperte con lo smartphone questi campanelli d’allarme non vengono colti.

Fortunatamente, dopo anni di battaglie, l’AGCOM ha – anche in questo caso – fatto valere i diritti dei clienti, consentendo loro di recedere dall’attivazione vedendosi rimborsati della somma sottratta. Questo può avvenire se si chiama il proprio operatore, notificando tale decisione, entro 24 ore dal momento dell’attivazione.

In caso contrario, si potrà ancora recedere dall’abbonamento ma non sarà riaccreditata la somma sottratta.

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